Non profit
Il matrimonio vi sfiancherà
Conflitti tunisini/2 Sposarsi? facile dirlo. Ecco cosa t'aspetta quel giorno
di Redazione
Dopo la conversione alla fede musulmana (obbligatoria per la costituzione tunisina, mentre una donna che sposa un uomo tunisino può mantenere la sua fede) che avviene davanti al mufti, il promesso sposo inizia una lunga e costosa avventura. Il preparativo del matrimonio e la cerimonia stessa spesso sono un deterrente all’unione tra un occidentale e una donna tunisina. Infatti, il mio matrimonio tunisino, più che grosso e grande, è lungo, costoso e snervante.
Uno, due, tre, via… si parte con i preparativi. Per prima cosa tenete in mente che la ricetta vincente è: sangue freddo, calma e soprattutto tanti quattrini. Soltanto per la cerimonia occorrono tra i 6 e 20mila euro. Ci vuole poi un grande senso della famiglia. Quando la vostra fidanzata vi dirà che ci saranno 500 ospiti alla cerimonia, non disperate; la maggioranza sono solo parenti e vicini di casa che si autoinvitano. E poi, ubbidienza nei confronti di quello che chiederà la futura suocera, anche nelle cose meno importanti, come i montoni da portare alla cena dei familiari perché se i pezzi di carne del couscous non sono abbastanza grandi, la gente ne parlerà per strada.
Prima di organizzare i preparativi della cerimonia nuziale, bisogna pulire la nuova casa e portare il corredo della sposa. Il futuro sposo, invece, deve comprare elettrodomestici e mobili. Il tutto deve essere perfetto perché c’è una giornata, che si chiama “hazan el farsci”, dedicata a far vedere i beni degli sposini, dove parenti e amici analizzano e commentano ogni angolo della casa.
La tappa seguente riguarda l’affitto di una sala di un albergo – chiaramente il più lussuoso possibile -, la selezione di un gruppo musicale preferibilmente famoso, un fotografo, un bouquet di gelsomini, una danzatrice del ventre formosa che possa piacere e intrattenere gli ospiti. Poi bisogna noleggiare una “jebba” (vestito tradizionale lungo tipo casacca di seta) che l’uomo deve rigorosamente mettere alla festa della sposa durante la Utia (festa che si celebra due giorni prima della conclusione finale), che tra l’altro dovrebbe fare la medesima cosa e prendersi un abito tradizionale detto “futa e blusa”, sperando che non sia originaria del Sahel (regione centrale della Tunisia) dove per tradizione si cambia sei volte l’abito e di conseguenza aumentano i costi da aggiungere al budget iniziale.
La suocera poi vi chiederà di pagare la “hannena”, cioè la signora che guiderà la sposa nei suoi preparativi di ‘nka (dolorosa ceretta a base di miele), hammam (purificazione del corpo), hinna (henné che si fa per tre giorni consecutivi) sempre sperando che allo sposo piaccia l’odore di questi disegni sulle mani e sui piedi della futura moglie.
Sette giorni e sette notti di festeggiamenti, con un giorno di pseudo pausa prima della conclusione della cerimonia, non sono mica una barzelletta. E non so neppure con quanta allegria potrete bere quelle bibite extradolci come la rusata (equivalente di origine araba dell’orzata), e la baklaua (dolci mielosi), e come resisterete a quella musica assordante che vi rovinerà la digestione e vi farà venire il mal di testa. Lo sposo deve naturalmente saper ballare e mantenere un sorriso stampato sulla faccia per più di sette ore di festa.
Che sia bella o brutta la cerimonia, ci sarà sempre qualcuno che dirà che il couscous era buono ma la carne non abbastanza tenera, che la cantante era scostumata e poi che lo sposo straniero non sapeva ballare, in fondo dài, non è mica facile integrarsi subito!
La cosa certa è che i due sposini saranno immersi nei debiti e litigheranno per qualche mese con il mutuo.
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