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Il masterplan del Collettivo 99: la nuova città nero su bianco

di Redazione

«Collettivo nel senso di collettività, di comunità, 99 in ricordo delle origini, dei 99 castelli dai quali, si narra, fu fondata L’Aquila nel 1254 e da cui il comitato vuole ripartire», spiega Marco Morante (nella foto), architetto e portavoce del gruppo. Questo il motivo di un nome un po’ bizzarro e da molti interpretato come appartenenza politica, che invece altro non vuole sottolineare che appartenenza alla propria città in questo momento difficile. Nato all’indomani del terremoto C.99 «è il frutto delle esigenze di dar voce alla collettività ed alle competenze aquilane e per evitare o, quantomeno, limitare decisioni calate dall’alto», sottolinea Morante. C.99 nasce dapprima attorno a professionisti già precedentemente attivi a cui, fin da subito, si sono uniti numerosi altri giovani delle più disparate formazioni. C.99 è sempre accompagnato dalla didascalia «Giovani tecnici aquilani», che riassume le idee portanti. «La scelta di limitare l’accesso al collettivo agli under 40», spiega Morante, «si motiva prima di tutto con la capacità, tutta giovanile, di saper immaginare il futuro, riducendo così il rischio di cadere in schemi e scenari preconcetti, con la volontà di emancipazione dalle generazioni professionali precedenti, quelle che avevano fatto la città degli ultimi quarant’anni. In secondo luogo la ricostruzione vede una grande varietà di discipline necessarie. Riteniamo debba esserci innanzitutto quella “perizia tecnica” capace di rendere l’opera dell’uomo duratura e resistente alla potenza della natura, affinché una casa possa essere un rifugio sicuro sempre». E aggiunge ancora: «Pur volendosi avvalere delle tante competenze ed energie che arrivano dall’esterno, riteniamo che spetti e sia dovere della comunità aquilana essere artefice del proprio futuro».
C.99 ha sviluppato un masterplan progettuale per la ricostruzione della città dell’Aquila. «Per masterplan si intende», puntualizza Morante, «un documento unitario capace di raccogliere ed indirizzare le azioni dei diversi soggetti attivi nel processo di rinascita urbana, evitando sovrapposizioni ed errori». La proposta è qualitativa e strategica piuttosto che quantitativa e localizzativa, fornendo così indirizzi e modalità d’intervento piuttosto che soluzioni preconfezionate.

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