Sostenibilità
Il “Mare Monstrum” di Legambiente
I reati a danno del mare sono diminuiti, ma sono raddoppiati quelli relativi all'inquinamento marino
di Redazione
Se da un lato il numero dei reati a danno di mare e coste e’ diminuito in termini assoluti (nel 2004 erano 5 infrazioni ogni 2 km di costa, nel 2005 sono 4), dall’altro, sono quasi raddoppiati i reati connessi all’inquinamento del mare (2.235 illeciti nel 2005, erano 1.406 nel 2004), mentre rimangono sostanzialmente stabili quelli relativi all’abusivismo edilizio che pero’ sembra aver cambiato volto, realizzando sempre piu’ manufatti di lusso.
Nel corso del 2005 le forze dell’ordine hanno accertato ben 16.036 infrazioni, con un decremento del 16,09% rispetto alle 19.111 infrazioni del 2004. Gli illeciti vanno dall’abusivismo costiero e demaniale, all’inquinamento da scarichi illegali, dalla pesca di frodo alle violazioni al codice della navigazione. Ma a pesare nella diminuzione dei valori assoluti sono soprattutto quest’ultimi due tipi di reato (pesca di frodo da 6.736 infrazioni nel 2004 a 5.240 nel 2005; violazioni codice navigazione da 7.590 infrazioni nel 2004 a 5.020 nel 2005) perche’ l’abusivismo edilizio sul demanio, invece, rimane sostanzialmente invariato (3.359 infrazioni nel 2005 rispetto alle 3.379 nel 2004).
Davvero preoccupante e’ invece il trend di crescita degli illeciti legati alla depurazione e agli scarichi fognari che passano da 1.406 nel 2004 a 2.235 nel 2005. La classifica regionale per valori assoluti vede la Sicilia mantenere anche quest’anno saldamente il primo posto, con 3.260 reati accertati (con una flessione del 13,83% rispetto ai 3.783 del 2004). La seguono la Campania che risale dalla terza alla seconda posizione con 2.574 infrazioni, segnando un meno 7,48% rispetto alle 2.782 delle scorso anno, e la Puglia che, invece, scende dal secondo al terzo posto, passando dalle 3.462 infrazioni del 2004 alle 2.375 del 2005. C’e’ da registrare, inoltre, che il 48,46% (ossia 2.176) dei provvedimenti di sequestro emessi sul territorio nazionale si concentra in queste tre regioni.
Considerando invece le infrazioni accertate per chilometro di costa, la Campania conquista il poco lusinghiero primo posto della classifica, risalendo di una posizione, con 5,48 infrazioni per chilometro. Segue il Veneto che cede il posto di capolista passando da 6,43 infrazioni del 2004 a 4,67 del 2005. Il terzo posto, invece, quest’anno e’ conquistato dal Molise che risale di ben cinque posizioni passando da 3,22 reati per chilometro nel 2004 a 4,12 reati per chilometro del 2005, con un incremento che supera il 23%. Chiudono questa speciale classifica, infine, l’Abruzzo, la Basilicata e la Sardegna.
Numeri da record e da brivido per quanto riguarda gli illeciti nel settore dell’inquinamento e della depurazione, raddoppiati rispetto all’anno scorso ( +63%) che lanciano un segnale inequivocabile: il nostro mare continua ad essere il deposito finale della maggior parte degli inquinanti utilizzati e prodotti in terraferma. Tornando al fenomeno del cemento illegale invece, sono molte le considerazioni da fare a partire dal nuovo volto dell’abusivismo che sembra risentire ancora e con forza dell’effetto condono. ”L’abusivismo edilizio attuale e’ l’abusivismo del superfluo – sostiene Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente -. Non ci sono piu’ miseri rustici tirati su in una notte o appartamenti monofamiliari con rifiniture dozzinali e senza intonaco, la nuova frontiera e’ l’abusivismo di lusso. Si compiono abusi per aumentare la dotazione di stanze dell’esclusivo albergo in costiera, per costruire ville signorili, per trasformare piccole cabine in altrettante camere da letto vista mare, si scava nella roccia e si costruisce di tutto compresi aeroporti, cimiteri e strade”.
E per citare qualche caso eclatante a Sabaudia qualcuno ha pensato di cambiare la destinazione d’uso di un terreno utilizzandolo per finalita’ sociali e costruendo residenze per anziani. Oggi il villaggio di riposo per gli anziani e’ diventato un effervescente villaggio turistico. Ma la palma d’oro per l’originalita’ va sicuramente a quel signore che si stava tranquillamente attrezzando la villa al mare con una seggiovia per la quale erano gia’ stati installati – si legge in un rapporto dei Carabinieri di Amalfi – ”nove supporti in ferro a forma di U rovesciata delle dimensioni di metri 6 di altezza e metri 2,50 di larghezza”. E proprio in Costiera Amalfitana batte il cuore dell’attivismo a base di mattoni e cemento: gia’ l’anno scorso si era conquistata, in questo dossier, una posizione fra gli ecomostri nazionali, oggi la Sezione Aeronavale della Guardia di Finanza ha sequestrato opere per oltre 24.000 metri quadrati e un valore superiore ai 25 milioni di euro. Ma la speculazione edilizia si e’ spinta fino alla vendita di intere isole come quella di Santo Stefano.
La trattativa e’ in mano ad una societa’ tedesca che la reclamizza per le potenzialita’ turistiche e la possibilita’ di trasformare le edificazioni in strutture alberghiere. Nonostante la Regione Lazio abbia reso noto di voler acquisire l’isola e bloccare la speculazione, non e’ ancora scongiurato il pericolo di vendita.
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