Politica

Il maratoneta scaccia-pubblico

Nonostante fossero 11 anni che non entrava in uno studio Mediaset, la presenza del Professore a...

di Ettore Colombo

Nonostante fossero 11 anni che non entrava in uno studio Mediaset, la presenza del Professore a Matrix non risolleva lo share del programma, che non va oltre il 12,4% contro il 19,2% di Porta a Porta, dove Vespa impegnava i suoi ospiti politici nell?ennesima puntata sui Dico. La colpa però non è di Mentana, che di lunedì sera va molto meglio (almeno intorno al 14) ma proprio di Romano Prodi, soporifero come sempre e con poche cose da dire, nonostante il conduttore lo intervisti a 360 gradi. Detta la sostanza politica dell?outing prodiano (l?invito, rifiutato seccamente e subito, peraltro, a Berlusconi per discutere di legge elettorale), resta da capire come i giornali hanno registrato l?evento. «Prodi si sforza di essere ironico, efficace e persino televisivo», sospira Luca Telese sul Giornale, «sciorina battute e cita la realtà virtuale ma mantiene soggezione della tv e lo dichiara». Corteggiato per settimane, Prodi si è deciso al grande passo – il ritorno in tv dai tempi della campagna elettorale e quello a Mediaset dopo 11 anni -, senza mettere condizioni sulle domande e con tanto di incontro con Fedele Confalonieri e il gotha della tv berlusconiana a fare gli onori di casa. Il fedele portavoce e consigliere Sircana «non lo molla un minuto», racconta il Corriere della Sera. Mentana chiede di tutto, dai Dico all?Afghanistan, ma l?unica domanda che Prodi trova «impertinente» è quando gli chiede se alle presidenziali francesi voterebbe per Bayrou. Poi giudicherà il conduttore «politicamente correttissimo», scrive Fabio Martini sulla Stampa. Per Mentana, Prodi si conferma «un maratoneta» più adatto alle lunghe trasmissioni con conduttore unico che i dibattiti affollati. Il riferimento è a Vespa, e anche Prodi ci mette del suo («non mi piace la politica spettacolo, preferisco il faccia a faccia, c?è in tutte le tivù del mondo»).

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.