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Il manifesto per la pace dei 50 mila giovani di Torino

Convocati da Ernesto Olivero hanno chiuso il loro primo appuntamento con un appello manifesto, e ci invitano ad aderire

di Riccardo Bonacina

?Il futuro, la speranza, la scommessa siamo noi!?: questo era il ritornello che circa 50.000 giovani hanno cantato a squarciagola sabato 5 ottobre a Torino nel 1^ appuntamento mondiale dei ?Giovani della pace?, organizzato dal Ser.Mi.G. (Servizio Missionario Giovanile), fondato da Ernesto Olivero. Questo era un appuntamento preparato con cura nei minimi particolari e con tanto entusiasmo. Tanti gli slogans scritti dai ragazzi. Eccone alcuni: ?Siamo tanti: qualcuno ci ascolta??; ?La pace dipende da me?; ?Il mondo cambia, se cambio io?; ma la frase più originale è fornita da uno striscione realizzato dai giovani di Jesi: ?Tra uccidere e morire preferisco vivere?. Numerosissimi i testimoni; Dall?Africa arriva la testimonianza di p. Kizito, strenuo difensore del popolo Nuba, che afferma che l?Africa è il paese della tolleranza. P. Kizito invita i giovani a lavorare per la pace ed a manifestare il buono che cresce: il primo passo per vivere la pace è l?accoglienza dell?altro, del diverso per una cultura veramente universale. Ma le testimonianze più toccanti arrivano da quel lembo di terra, caro alle tre religioni monoteiste, che in questo momento sembra non trovare pace: la Terra Santa. Dalla Giordania mons. Say chiede ai giovani di fare l?esperienza di Gesù nel possedere la pace: chiedere perdono e perdonare. Occorre creare una mentalità di pace: la preghiera del Padre Nostro insegna che la pace è possibile se è nostra volontà. Il custode della Chiesa della Natività di Betlemme ?padre Abbas- dona ad Ernesto Olivero una targa a ricordo della testimonianza offerta durante il periodo dell?occupazione della Chiesa, ricordando che bisogna donare la pace a chi vive in guerra. Olivero ha annunciato che presto istituirà in Israele borse di studio per giovani cristiani, ebrei ed arabi. Di seguito iniziano alcune testimonianze dei giovani: in Kenya si vive sotto la soglia della povertà, ma la pace appartiene ai giovani, afferma un giovane di quel Paese. In Romania non esiste nessuna prospettiva per i giovani e un ragazzo di quello Stato racconta la tristezza della povertà. Fra i giovani che raccontano la propria esperienza hanno posto anche un giovane disabile, che racconta il dramma di chi non può vivere una vita normale ed un giovane ex tossicodipendente. Quando il vescovo della città, card. Poletto, afferma che i giovani presenti sono parola credibile della pace, ricordando le parole del Papa pronunciate nella recente Giornata Mondiale della Gioventù: voi siete costruttori di un mondo migliore ed ha invitato i presenti ad essere sentinelle del mattino. Il primo appuntamento dei ?Giovani per la pace? si chiude con questo appello manifesto cui si può aderire inviando una e mail di adesione a sermig@sermig.org. Per maggiori informazioni:

  • www.giovanipace.org/
  • www.sermig.org/ PACE SUBITO! NO ALLA GUERRA PER SEMPRE! Quando la pace? Perché non ora la pace? Perché non aspettarla da noi? Noi oggi ci impegniamo in prima persona perché un giovane, un bambino, un vecchio, una madre non siano più uccisi in una guerra. Noi oggi gridiamo mai più guerra, mai più terrorismo e ci impegniamo in prima persona perché nessuna guerra sia più combattuta per nessuna ragione. Noi oggi gridiamo sì alla pace e scegliamo di vivere il perdono, la giustizia, l?amore, la libertà. Noi oggi proclamiamo che l?uso della violenza è un?offesa contro l?uomo, contro Dio, contro il presente, contro il futuro. Per questo chiediamo alle donne e agli uomini di buone volontà, a cristiani, ebrei e musulmani della Terra Santa, di proclamare e concretamente testimoniare con un solo grido: pace sulla terra! ?QUANDO SI RIUSCIRÀ A CAPIRE CHE LA CONVIVENZA TRA IL POPOLO ISRAELIANO E QUELLO PALESTINESE NON PUÒ SCATURIRE DALLE ARMI? NÉ ATTENTATI, NÉ MURI DI SEPARAZIONE, NÉ RAPPRESAGLIE CONDURRANNO MAI AD UN? EQUA SOLUZIONE DEL CONFLITTO IN ATTO?. (Giovanni Paolo II, all?Angelus dell?11 Agosto 2002) Il comandamento di non uccidere ci è entrato nel cuore. Dio scongiura di non uccidere mai più, lo chiede con la forza di un padre, di una madre. Lo chiede la coscienza e la saggezza di ogni persona. Noi accettiamo questo comandamento perché vogliamo che in Terra Santa torni a scorrere il ?latte e miele? della pace, della giustizia, del perdono, del dialogo, del lavoro, della solidarietà, della dignità, del ristabilimento dei diritti per tutti i popoli, degli affetti? Vogliamo che nessuno emigri più dalla Terra di Dio per paura o per necessità. Dopo tante violenze, guerre, ingiustizie, noi cambieremo le cose se incominciamo a fare all?altro quello che vorremmo fosse fatto a noi; se amiamo l?altro come vorremmo essere amati; se amiamo Dio con tutto il cuore e tutte le forze; se mettiamo tutto noi stessi a servizio della PACE. Ernesto Olivero e i suoi amici Torino, 5 ottobre 2002

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