Sostenibilità

Il Manifesto internazionale della biodiversit

Il documento è chiamato a tutelare la diversità genetica delle piante

di Redazione

Tutelare la diversita’ genetica delle piante e garantire la liberta’ di accesso degli agricoltori ai semi e alle risorse genetiche. Sono questi due dei punti cardine su cui si basa il ‘Manifesto sul futuro dei semi’, redatto a Firenze al termine di due giorni di lavoro della Commissione Internazionale sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura presieduta da Vandana Shiva, attivista indiana insignita del Right Livelihood Award, premio Nobel alternativo per la pace. La Commissione e’ nata tra il 2002 e il 2003 per iniziativa della stessa Vandana Shiva e del presidente della Regione Toscana Claudio Martini. Il manifesto sara’ presentato ufficialmente a ‘Terra Madre’, la manifestazione ricompresa nell’ambito del Salone del Gusto in calendario a Torino dal 26 al 30 ottobre prossimi. Incontrando i giornalisti, Vandana Shiva ha denunciato che la ”globalizzazione dell’agricoltura ha distrutto i sistemi locali di coltivazione” e la nascita di ”diritti di proprieta’ intellettuale sui semi in capo alle grandi multinazionali ha portato alla disperazione molti contadini poveri”. Per questo, ha spiegato Vandana Shiva, ”il manifesto e’ basato sulla tutela della diversita’, che e’ una ricchezza da proteggere, e sul libero accesso dei coltivatori e delle comunita’ agricole ai semi, che sono un bene comune e non possono essere oggetto di diritti di proprieta”’. L’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Susanna Cenni ha spiegato che l’obiettivo della prossima Conferenza regionale dell’agricoltura, in programma a dicembre, sara’ quello di una sinergia fra il lavoro della Commissione e quello della rete delle Regioni europee Ogm free, di cui la Toscana e’ capofila. Inoltre, ha aggiunto l’assessore, ”dal momento che la Commissione europea ha designato il 2007 come anno europeo delle pari opportunita’, ponendo particolare enfasi sul ruolo della donna nella societa’, e’ intenzione della Regione Toscana e della Commissione di impegnarsi per la creazione di una rete di donne che nei vari continenti sono attivamente coinvolte nella salvaguardia dei semi e nella tutela della diversita’. Un progetto – ha concluso Cenni – su cui mi hanno gia’ manifestato interesse, ad esempio, molte ristoratrici toscane”.


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