Volontariato
Il “Libro parlato”, strumento di inclusione anche a scuola
L’iniziativa nata nel 1975 per rendere accessibili capolavori della letteratura e best seller ai non vedenti è oggi utilizzato nelle scuole per aiutare i ragazzi con disabilità e Dsa «Da cinque anni sono il 50% dei nostri 15mila utenti», confida Serenella Sesti, coordinatrice dell’iniziativa. Fondamentali i donatori di voce: un centinaio di volontari e tra loro da alcuni anni anche gli studenti che partecipano al progetto “Il libro parlato a scuola
A metà degli anni Settanta fu spedita la prima audiocassetta con la registrazione della lettura di un libro di Mario Soldati a un non vedente. È questo in pratica l’atto di nascita del “Libro Parlato”, un’iniziativa nata in seno al Lions Club Verbania e dal 2007 gestita dall’associazione Amici del Libro parlato per i ciechi d’Italia “Robert Hollman” Lions Club di Verbania, onlus fondata nel 1998. Nato per rispondere alle esigenze dei non vedenti e degli ipovedenti, il Libro Parlato si è evoluto insieme alla tecnologia: dalle audiocassette, ai floppy disc ai cd per arrivare al sito e all’app che permette di ascoltare un libro anche dallo smartphone.
Oggi nella biblioteca, ma sarebbe meglio chiamarla “audio biblioteca” del Libro Parlato ci sono quasi 11mila titoli che sono a disposizione dei suoi 15mila utenti. «Di questi ben il 50% è rappresentato da ragazzi con Dsa o disabilità. Un numero che è gradualmente aumentato negli ultimi quattro, cinque anni e che in piena pandemia è ulteriormente lievitato», spiega Serenella Sensi (nella foto), coordinatrice del progetto del Libro Parlato.
Con il lockdown dello scorso marzo che ha mandato in Dad gli studenti italiani l’associazione ha aderito all’iniziativa ministeriale “Solidarietà digitale”, «con questo progetto abbiamo creato un accesso diretto agli istituti scolastici» continua la coordinatrice. In pratica le scuole possono iscriversi e scaricare venti testi al mese che poi possono distribuire agli studenti con disabilità fisico-sensoriale, Dsa e Bes certificati. «Anche per questo gli studenti sono diventati una parte rilevante della nostra utenza. Mentre i non vedenti e gli ipovedenti tra cui molte persone anziane oggi rappresentano circa il 30% mentre i rimanenti utenti sono persone con varie disabilità, affetti da Sla o da patologie che li obbligano a lunghe terapie ospedaliere» spiega Sensi. Che aggiunge: «La tecnologia ha favorito la diffusione degli audiolibri anche a queste categorie di persone».
Il servizio offerto dal Libro Parlato è completamente gratuito «ma non è per tutti» avverte Sensi. «La nostra non è un’attività commerciale di audio book. Il nostro è un servizio che fornisce audiolibri a persone con disabilità. Per iscriversi al portale, infatti, è necessario un certificato che attesti la disabilità. È un prerequisito fondamentale per potersi iscrivere online e attivare il profilo utente da cui ciascuno può scaricare il testo preferito da ascoltare su telefonino, pc, tablet…». L’avere un pubblico ben identificato per questo servizio è anche la ragione dell’accordo con l’associazione italiana degli editori che esenta “Il libro parlato” dal diritto d’autore.
Una donatrice di voce all'opera
Ma come è possibile avere quasi 11mila titoli che spaziano dai classici della letteratura agli ultimi best seller, senza avere lettori professionisti? Il Libro Parlato deve molto a un particolare tipo di volontari: i donatori di voce. «Sono fondamentali. Ne abbiamo un centinaio stabili ogni anno e per l’80% sono persone che fanno questo volontariato da tempo e che ogni mese leggono un libro» continua Sensi. E sono gli stessi volontari a proporre i titoli che vorrebbero leggere, proposte che vengono poi approvate da una commissione dell’associazione. «Tra i nostri donatori di voce ci sono quelli che leggono due libri l’anno e altri che ne leggono una ventina. Abbiamo anche dato il via a un progetto di Alternanza scuola-lavoro che lo scorso anno ha interessato un istituto superiore di Roma con sei studenti, quest’anno il progetto “Il libro parlato a scuola” interesserà un Liceo di Torino e uno di Ozieri in provincia di Sassari».
Gli studenti che partecipano a questo Pcto (percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento) sono chiamati a realizzare un libro parlato: dalle lezioni introduttive sulla lettura espressiva ad alta voce alla post produzione per arrivare a un prodotto che rientri negli standard previsti dall’associazione. «In questo modo i ragazzi apprendono anche una serie di capacità tecniche e l’utilizzo di software che puliscono la traccia registrata dai rumori di sottofondo» spiega la coordinatrice.
Il mondo della scuola partecipa quindi al libro parlato non solo come fruitore, ma anche come realizzatore «anche se noi non possiamo gestire più di una dozzina di studenti, dal momento che abbiamo una piccola struttura che non ci permette grandi numeri, tuttavia questo progetto con le scuole è molto importante».
Rimane una curiosità: quali sono i titoli che vanno per la maggiore? E quelli preferiti dagli studenti? «I ragazzi amano testi che parlano di ambiente, natura, hanno letto libri sulle migrazioni e i profughi, anche i temi legati alla Shoa vengono richiesti. Non realizziamo testi scolastici al di là di quelli di letteratura richiesti dai curriculum per cui tra i più scaricati abbiamo i Promessi Sposi, i Malavoglia o il Gattopardo», risponde Serenella Sensi.
«Ma se guardiamo in generale a tutti gli utenti i volumi di Harry Potter sono i più scaricati perché vengono richiesti da grandi e piccoli. La narrativa in generale è molto apprezzata, poi ci sono i libri per ragazzi come quello di Mazzariol “Mio fratello rincorre i dinosauri”, ma il genere che va di più è rappresentato dai gialli e dai polizieschi dai classici di Simenon e Agatha Christie agli ultimi noir» conclude.
In apertura photo di Felix Lichtenfeld da Pixabay
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