Volontariato

Il libro della lingua che non c’è

La scheda

di Redazione

«Abbiamo deciso di pubblicare questo libro anche per dare una risposta sul piano culturale all?immagine degli immigrati e in particolare dei clandestini che i mass media stanno diffondendo in questo periodo», spiega Raffaele Taddeo, responsabile a Milano del Centro Culturale Multietnico ?La tenda?, uno dei curatori e sostenitori di questo libro. Nel testo, testimonianza e letteratura si intrecciano senza vincoli nella forma espressiva: racconti di narrativa, aneddoti, poesie, autobiografie, interviste ad altri stranieri. I sei autori, provenienti da altrettanti Paesi, scrivono ognuno in un italiano diverso, mischiato con la propria lingua. Oltre agli ?Imbarazzismi? di Kossi, da segnalare le ?Storie di tutti i giorni di Said Sahm e ?L?asino sulla terrazza? di Abdel Malek Smari. «È il libro della lingua che non c?è più e della lingua che deve ancora arrivare – si legge nella prefazione -. È il libro dello strappo delle radici, dalla propria terra, dalla propria lingua. Ma è anche e soprattutto il libro della lingua strappata, della denuncia, dell?urlo, della rabbia, della disperazione».
AA.VV, La lingua strappata. Testimonianza e letteratura migranti, Leoncavallo Libri, pp. 207, L. 18.000.

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