Welfare

Il Libro bianco per un Trentino formato famiglia

Ecco la road map sociale della giunta Dellai

di Francesco Dente

Dai luoghi di cura alla cura dei luoghi. Dalla presa in carico della persona alla presa in carico dei territori. Dall’assistenzialismo, per dirlo in una parola, alla promozione. La sfida del «Libro bianco sul benessere familiare e la natalità» della Provincia di Trento, approvato dalla giunta Dellai pochi mesi dopo la riconferma del presidente, si riassume in questi tre traguardi. Tre mete che, a loro volta, convergono verso una sola: passare dall’attenzione al caso individuale, sia esso quello del minore, dell’anziano o della persona disoccupata, a quella del contesto sociale.
E non si tratta, sia chiaro, di uno slogan. Basti considerare, solo per riportare due esempi di interventi minori, che il Libro bianco prevede la definizione di standard familiari infrastrutturali che dovranno rispettare i soggetti che beneficiano di contributi pubblici. I titolari di impianti di risalita, gli albergatori o le associazioni sportive, in cambio delle risorse erogate dalla Provincia, saranno tenuti a creare spazi gioco interni ed esterni, bagni familiari, cucinette scalda-pasti, parcheggi dedicati per le mamme incinte. Oppure ancora, secondo esempio, l’utilizzo di una segnaletica che consenta di comunicare alle famiglie il grado di difficoltà della pista ciclabile che stanno percorrendo.
Sessanta interventi in tutto (in alcuni casi avviati già nella precedente legislatura) che mirano al rafforzamento della coesione sociale ma anche a un secondo obiettivo di portata generale: accrescere l’attrattività territoriale. «La competizione oggigiorno», scrivono gli autori del programma di misure sulla famiglia, «non è riscontrabile solo a livello di imprese, bensì sempre più tra sistemi territoriali, nei quali la tempestività e l’efficienza della pubblica amministrazione nel creare il clima amministrativo favorevole e la presenza di infrastrutture, anche sociali, che consentano agli operatori territoriali di agire in modo efficiente, diventano fattori competitivi strategici».
La Provincia, di pari passo con l’attuazione degli interventi previsti, intende anche approvare entro un anno la legge regionale sulla famiglia per dare un assetto istituzionale organico alle politiche sociali con strumenti innovativi e strategici. Il documento della giunta guidata da Dellai, inoltre, richiama in più punti il Libro bianco sul welfare del governo. L’intento, tuttavia, sembra quello di puntare a superare uno dei limiti, l’essere sbilanciato cioè sui temi del lavoro, imputato al testo di Sacconi. «Le politiche sociali non sono solo lavoro», si legge nel piano trentino.
Ma vediamo quali sono i cinque assi principali lungo i quali si sviluppa il Libro bianco. Il primo è il reddito di garanzia ideato per favorire l’uscita dalla condizione di bisogno in cui una persona o una famiglia possono trovarsi in una determinata fase della propria vita. Una misura, si legge, che mira a scongiurare il rischio «dell’emersione sempre più rapida di un sistema duale di politica sociale: in parte ufficiale, organizzato e finanziato da fonti pubbliche, e in parte sommerso e privo di garanzie di equità e tutela sociale». Secondo strumento: gli alloggi a canone moderato per venire incontro alla popolazione che si colloca nella fascia media della ricchezza. Seguono la “presa in carico” dei bambini 0-3 anni e le strategie sui tempi del territorio per semplificare la vita delle persone e delle famiglie. Il Distretto famiglia, infine, mira a favorire la creazione di una forte convergenza sul target famiglia sia da parte dei servizi privati e pubblici che da parte della Provincia e dei Comuni trentini. Fra le altre misure interessanti in cantiere per promuovere il ruolo della famiglia c’è la proposta di una Family card che riservi prezzi vantaggiosi o condizioni particolari per l’accesso a beni e attività offerti da negozi e servizi pubblici. Libro bianco, dunque, ma non dei sogni. Non è un caso se, accanto ad ognuno dei numerosi interventi previsti, sia indicato l’assessorato competente per l’attuazione.


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