Famiglia

Il lavoro? Sempre più part-time

Cresce in Europa il ricorso al lavoro a tempo parziale. Ma è ancora un fenomeno tutto al femminile.

di Monica Salvatore

Cresce in Europa il ricorso al lavoro a tempo parziale. Ma è ancora un fenomeno tutto al femminile.
Ancora statistiche dall?Unione europea, in materia di lavoro part time.
Da un rapporto recentemente pubblicato da Eurostat (Eurostat, Statistics in focus, Population and social condicions, n. 13/97), risulta che il 16 per cento degli occupati in Europa svolge un lavoro part time con un alto grado di soddisfazione: il 63 per cento di questi, di età superiore ai 25 anni, ha dichiarato che non aspira a un lavoro a tempo pieno, mentre il 18 per cento ha ammesso che per loro il part time è un ripiego, piuttosto che il frutto di una scelta.
Il rapporto di Eurostat evidenzia che il part time, che in tutti i Paesi dell?Europa è particolarmente diffuso nel settore della distribuzione (20 per cento di tutti i posti di lavoro), nel settore alberghiero e della ristorazione (25 per cento) e negli altri servizi (29 per cento), coinvolge decisamente più donne (32 per cento sul totale delle lavoratrici) che uomini (5 per cento sul totale dei lavoratori).
Anche nel campo dell?occupazione a tempo parziale è netto il divario tra nord e sud dell?Unione. Risulta che i Paesi Bassi sono il Paese dove il part time è più diffuso (38 per cento degli occupati), seguiti dal Regno Unito (24 per cento), Svezia (23 per cento) e Danimarca (21 per cento). Molto meno diffuso in Grecia (5 per cento), in Italia (7 per cento), in Spagna e Lussemburgo (8 per cento) e in Portogallo (9 per cento).
A livello comunitario circa la metà dei lavoratori part time concilia il lavoro con lo studio o con attività di formazione professionale e per il 19 per cento di loro il part time si abbina a un contratto a tempo determinato mentre tale tipo di contratto riguarda solo il 10 per cento dei lavoratori full time.
a cura di Monica Salvatore

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