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Il lavoro in affitto ha fatto boom

All'inizio tutti erano scettici.Ma in un anno le 33 Agenzie che procurano i contratti sono diventate un efficace strumento contro la disoccupazione.

di Francesco Maggio

Partito in sordina all?inizio dello scorso anno, circondato da scetticismo e perplessità diffusi, il lavoro interinale (cioè temporaneo o ?in affitto?) si è rivelato, al contrario, uno degli strumenti più efficaci nella lotta alla disoccupazione. Esso viene fornito da apposite agenzie (attualmente sono 33 le società autorizzate dal ministero del Lavoro a svolgere esclusivamente attività di fornitura di lavoro temporaneo alle imprese, nelle forme previste dalla legge 196/97), le quali stipulano un contratto con il singolo lavoratore, mettendolo a disposizione di un?impresa che ha, ad esempio, necessità di integrare i propri organici. Il lavoratore temporaneo è pertanto assunto dall?agenzia per il periodo indicato dal contratto, ma per quella stessa durata svolge la sua prestazione presso l?impresa utilizzatrice.
Nel periodo gennaio-ottobre 1998 sono stati ben 23.061 i contratti di fornitura stipulati, 39.186 i lavoratori intermediati (19.288 impiegati, 19.898 operai, 21.192 uomini, 17.994 donne) 7.128.053 il numero di ore lavorate.
Quali le ragioni di un simile successo? «Fondamentalmente due», risponde Bruna Valori, consigliere delegato dell?agenzia non profit ?Obiettivo lavoro? (5.000 lavoratori avviati, oltre 1.800 stabili, il 15% di quota di mercato), «l?aver avuto il coraggio di scommettere sul fatto che i soggetti coinvolti nel lavoro interinale (aziende, lavoratori, sindacati) si sarebbero presto resi conto che quest?ultimo è uno strumento che non mira affatto a rendere più precario lo status del lavoratore, quanto piuttosto a offrire garanzie di regolarità e trasparenza. Il secondo motivo è stato quello di non attendersi grandi risultati da subito, bensì di pazientare con fiducia almeno qualche mese prima di ritenere maturo il mercato del lavoro per cominciare a cogliere le opportunità che offrivamo».
E in effetti all?inizio i riscontri non sono stati dei più lusinghieri: «In Italia, nonostante ormai già da alcuni anni il tema della flessibilità del lavoro sia al centro di ogni dibattito politico-economico sull?occupazione, rimane ancora fortemente radicata la cultura del cosiddetto posto fisso», afferma Piermario Donadoni, Presidente di ?Italia lavora? (2.700 lavoratori interessati, 1.541 contratti di fornitura stipulati, oltre un milione di ore lavorate). «Abbiamo perciò incontrato non poche difficoltà nei primi tempi a far passare l?idea, soprattutto in alcune aree del Paese, che il ?nostro? lavoro avesse pari dignità di quello dipendente tradizionale. Devo dire», continua Donadoni, «che ci siamo riusciti abbastanza bene (superando del 50% il budget previsionale del monte ore lavoro complessivo), grazie anche alla peculiarità della nostra agenzia di privilegiare comunque una certa ?italianità? – non a caso ci chiamiamo ?Italia lavora? – nell?approccio alla selezioni (non eccessivamente formali), nella fidelizzazione dei rapporti con i lavoratori, nella cura che prestiamo alla formazione».
Per i prossimi 2-3 anni, le previsioni più accreditate di crescita del lavoro temporaneo parlano di incrementi, rispetto ai valori attuali, di circa il 300%, pari a non meno di 150.000 nuovi inserimenti lavorativi.
Un contributo determinante, al riguardo, verrà senza dubbio da una più capillare diffusione su tutto il territorio nazionale delle agenzie (e rispettive filiali) di fornitura del servizio: «Già nel 1999 contiamo di avere almeno una filiale in ogni capoluogo», sottolinea Nicoletta Spina, amministratore delegato di Temporary S.p.A. (2.000 lavoratori interessati, 1.000 contratti stipulati, uno su sette confermato a tempo indeterminato), «e di contribuire a ?liberare? almeno una quota significativa delle potenzialità di sviluppo che un servizio come il nostro presenta al Sud». Buone notizie dal mondo del lavoro, insomma!

A voi, chi vi colloca?

Dopo essere stata a lungo invocata, poco più di un anno fa anche il nostro ordinamento giuridico si dotò di una legge (il Decreto legislativo n.469/97) che introducesse nel Paese il ?collocamento privato?, che disciplinasse cioè l?esercizio dell?attività di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro svolta dai privati. In particolare, l?articolo 10 del suddetto provvedimento, stabilì che una simile attività potesse essere svolta, previa autorizzazione del ministero del Lavoro, da imprese, gruppi di imprese, società cooperative, enti non profit (purché dotati, questi ultimi due, di un capitale non inferiore ai 200 milioni di lire). Successivamente, con D.M. 8 maggio 1998, il ministro del Lavoro determinò i criteri e le modalità di applicazione della legge, prevedendo, tra l?altro, la piena operatività di una rete nazionale telematica (il SIL, Sistema informativo lavoro) dove sarebbero dovuti confluire i dati relativi alle richieste di lavoro provenienti da tutto il territorio nazionale.
Poiché la realizzazione di questo sistema informativo non è stata ancora ultimata, il ?collocamento privato?, per ora esiste però solo sulla carta.

Lavoratori e contratti

Società di lavoro interinale:33
Contratti stipulati (gennaio-ottobre’98):23.061
Lavoratori interessati :39.186
di cui Uomini:21.192 Donne:17.994
I più ricercati:Operai 19.898Impiegati:19.288
Totale ore lavorate:7.128.053
Prima regione per n. contratti Lombardia:14.342
Ultima regione:Molise:0
Fonte Assointerim – Associazione imprese fornistrici di lavoro temporaneo

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