Economia
Il lavoro è più appetibile se c’è un buon welfare aziendale
La ricerca “Il Welfare di Domani”, condotta da Nomisma per l’Osservatorio Cirfood District, fa capire come stanno cambiando le esigenze dei lavoratori, soprattutto alla luce delle radicali e repentine trasformazioni sociali imposte dalla pandemia e dalla crisi economica. C'è maggiore attenzione per la propria salute, l’alimentazione e il tempo da dedicare al supporto dei propri cari. E queste sono le condizioni per una migliore qualità del lavoro e dell'ambiente all'interno delle aziende
di Redazione
Rispetto al 2019, è aumentata in maniera significativa l’attenzione dei lavoratori verso la propria salute (47%), l’alimentazione (38%) e il tempo da dedicare al supporto dei propri cari (25%). E questo, di riflesso, ha spinto un crescente numero di persone a considerare utili servizi e strumenti di welfare dedicati alla prevenzione e alla salute (62%), alla conciliazione vita-lavoro (59%) e al sostegno economico (56%) cruciali per rispondere alle nuove necessità. Il 71% dei lavoratori ha dichiarato che l’impresa in cui lavora prevede già dei programmi e servizi di welfare, che includono buoni spesa (47%), servizi di sanità integrativa (46%), previdenza complementare (36%) e di ristorazione aziendale (31%). Sono alcuni dei dati più interessanti che emergono dalla ricerca “Il Welfare di Domani”, condotta da Nomisma per l’Osservatorio Cirfood District.
Quali evoluzioni vive il welfare aziendale nel post pandemia e quali sono le nuove esigenze dei lavoratori? Come è cambiato l’approccio delle imprese verso i temi del welfare? Sono soltanto due esempi delle domande a cui gli intervistati hanno dato risposta per delineare una fotografia dello stato attuale del settore che, anche alla luce delle conseguenze della pandemia e della crisi economica, si ritrova oggi a giocare un ruolo ancor più fondamentale all’interno delle imprese italiane.
La ricerca era rivolta, da un lato, a un target di 1.000 lavoratori e, dall’altro, agli executive di 150 aziende che operano in diversi settori, in tutta Italia. Sono stati messi in risalto i nuovi bisogni degli intervistati in tema di welfare e la capacità delle aziende di rispondere a tali necessità con azioni e programmi che rispondano alle reali esigenze delle persone alle loro dipendenze.
L’indagine è stata presentata nel corso dell’evento “Nutrire il welfare. Nuovi percorsi per raggiungere il benessere di persone e imprese”, che si è tenuto nei giorni scorsi al Cirfood District, nel corso del quale sono intervenuti Marco Bentivogli (coordinatore Base Italia), Marco Campagna (direttore Innovation & Strategy Cirfood), Alessia Carradore (direttore Welfare & Wellbeing di Valyouness), Giordano Fatali (fondatore e presidente Ceo for Life), Manuela Frasson (direttrice delle risorse umane Gruppo Mastrotto) e Silvia Zucconi (responsabile Market Intelligence Nomisma). È stato un momento di confronto importante, volto ad analizzare come, in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e culturali, il welfare aziendale ricopra un ruolo essenziale per rispondere alle nuove esigenze di carattere organizzativo, retributivo e sociale per un concreto miglioramento del benessere delle persone. Servizi presenti, ma spesso assolutamente perfettibili, visti i molti ambiti di miglioramento segnalati dai lavoratori, volti a far sì che tali servizi rispondano sempre più alle reali esigenze dei dipendenti (70%), con un’adeguata varietà (67%) e copertura territoriale dei beni e servizi proposti (67%) e una maggiore facilità di utilizzo delle piattaforme dedicate (58%).
La ricerca ha poi evidenziato come, ad oggi, l’offerta di questi servizi dal punto di vista dei lavoratori rappresenti un elemento chiave: 8 su 10, infatti, ritengono fondamentale o importante la presenza di un piano di welfare aziendale nella scelta di un nuovo luogo di lavoro. Al contempo, l’indagine evidenzia come tra i lavoratori che non hanno accesso a piani di welfare aziendale, 9 su 10 siano fortemente interessati ad usufruirne.
«Stiamo assistendo a una forte evoluzione dei bisogni degli italiani, soprattutto a seguito della pandemia, con conseguenze sugli stili di vita e le abitudini quotidiane», è il commento di Daniela Fabbi, direttore Comunicazione e marketing Cirfood. «Un’evoluzione che va studiata e approfondita per permettere a tutte le aziende attente al benessere dei propri lavoratori di non tralasciare alcun bisogno e di rispondervi in maniera tempestiva ed efficace».
Dal punto di vista delle imprese, la ricerca evidenzia come siano cambiati l’approccio e l’attenzione agli strumenti di welfare, oltre al modo in cui essi vengono percepiti dai responsabili delle risorse umane. Un Hr manager su 2 dichiara che, rispetto al 2019, è aumentato o molto aumentato l’interesse dei dipendenti a ricevere servizi di welfare aziendale. Oggi, secondo l’indagine, l’83% delle aziende offre già almeno un servizio di welfare aziendale e, in questa direzione, gli executive intervistati ritengono che l’offerta di un piano di welfare aziendale incida nel migliorare la qualità di vita e promuovere il benessere dei dipendenti (87%), favorire la creazione di un buon clima aziendale (81%), potenziare l’immagine e la reputazione aziendale (78%) e offrire ai dipendenti servizi per la salute e la prevenzione (69%).
«La ricerca – sottolinea ancora Daniela Fabbi – evidenzia un importante trend emergente secondo il quale, oggi, il welfare risulta essere uno degli strumenti più validi, non solo per far stare bene i propri dipendenti ma anche per mantenere alti i livelli di retention e attrarre nuovi talenti. In questa direzione, sarà infatti, sempre più decisivo per le aziende costruire programmi di welfare tagliati su misura per le esigenze dei lavoratori, in continua evoluzione».
La ricerca fa comprendere chiaramente la necessità, da parte degli executive, di affidarsi a provider e soggetti erogatori di servizi di welfare che abbiano un approccio più consulenziale (64%) per la costruzione di piani basati sulle reali esigenze dei propri dipendenti. Tra i servizi di welfare più diffusi troviamo quelli relativi alla gestione della pausa pranzo, offerta dal 72% delle aziende coinvolte nell’indagine, perché migliora la qualità di vita e il benessere dei dipendenti (71%), nonché il clima aziendale e il rapporto con i dipendenti (64%), oltre ad essere uno strumento che consente di ottimizzare i tempi.
È dunque necessario, per le aziende attente al well-being del proprio personale, affidarsi a imprese specializzate con un approccio consulenziale, in grado di offrire servizi di welfare innovativi e soluzioni integrate ad alto valore aggiunto che abbiano al centro la persona e i suoi bisogni. In questa direzione, Valyouness, società controllata al 100% da Cirfood, si pone come punto di riferimento per i beneficiari e gli imprenditori, andando oltre i canoni di un semplice welfare provider, grazie a un ampio ventaglio di proposte a carattere sociale, servizi di food, benessere e care management, sfruttando la propria esperienza e le relazioni costruite nel tempo con il territorio nazionale, in cui Cirfood opera da oltre 50 anni.
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