Welfare

Il lato oscuro della Silicon Valley

In una delle regioni più ricche d'America, tra i palazzoni di Google e Facebook c'è l'accampamento di senza dimora più grande degli Stati Uniti. Trecento disperati che si aggiungono ad altre migliaia che vivono nell'area. In due anni sono aumentati dell'8%. E le città, invece di aiutarli, li abbandonano a se stessi

di Gabriella Meroni

Si dice Silicon Valley e si pensa a Google, Facebook, Apple e alle tante aziende digitali che hanno fatto ricco questo lembo di California. Eppure anche in una delle aree degli USA in cui i redditi sono più alti c’è una parte considerevole di popolazione che soffre: gli homeless, che qui sono in drammatico aumento e vivono in condizioni miserevoli nell’indifferenza generale.
Negli ultimi otto anni – scrive il sito Business Insider in un bel reportage  – negli Stati Uniti il numero degli homeless è fortunatamente calato del 17% (quindi di oltre 130mila unità), mentre nella Silicon Valley è aumentato dell’8% solo negli ultimi due anni.
Le cause del fenomeno sono da ricercarsi nei costi impossibili degli affitti (un semplice appartamento di due stanze può costare da 2000 fino a 4800 dollari al mese), la mancanza di posti di lavoro poco qualificati, oltre ai consueti problemi di alcol e tossicodipendenza che si riscontrano ovunque tra i senza dimora. Il 40% degli homeless di questa zona (che si estende dalla periferia meridionale di San Francisco fino a Palo Alto e San Jose) soffre di disturbi di questo tipo, secondo l’associazione National Alliance on Mental Illness della California, che sottolinea tra l’altro come lo Stato abbia diminuito la spesa per le terapie psichiatriche del 21% dal 2009 al 2012.
Così, secondo la conta del Comune di Palo Alto, che ha realizzato un censimento tra i senza casa, circa 7600 persone dormono per strada ogni notte nella valle. E quasi sempre sono sgraditi: la stessa Palo Alto, per esempio, ha di recente emanato il divieto di dormire in macchina e nei pressi dell’unico bagno pubblico della città. A San Jose la cronica mancanza di agenti di polizia, e quindi di controlli, ha attirato molti homeless, che l’hanno scelta come loro città; in particolare si sono insediati in una sorta di campo, chiamato non a caso The Jungle, in cui vivono fino a 300 persone in una volta.
Secondo Business Insider si tratta del più grande insediamento di homeless degli Statu Uniti, dove vivono in totale promiscuità e senza servizi igienici mamme con bambini, malati mentali, veterani, lavoratori precari e chiunque “ha perso tutte le opportunità che aveva una volta”. Periodicamente il campo viene svuotato da blitz delle forze dell’ordine, ma puntualmente viene rioccupato. 
Un contrasto stridente con una zona in cui nel 2012 si sono avviati 46.000 nuovi business e creati 92.000 posti lavoro, e dove gli impiegati delle aziende high tech vengono presi e riportati a casa con una navetta, senza neppure vedere cosa accade a The Jungle.
Nella foto: una baracca dell'accampamento


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