Mondo

Il Kenya sociale in fibrillazione

Numeri e logistica del Forum: uno stadio da 60mila posti sarà riempito dalla società civile africana. Peccato che il sindaco della capitale ne sappia poco, quasi nulla...

di Emanuela Citterio

Karibu. Il 20 gennaio del 2007 se lo sentiranno dire tra le 80 e le 100 mila persone, provenienti da tutto il mondo, a Nairobi. «Benvenuti», karibu al Forum Sociale Mondiale, il primo che si svolge in Africa. Per cinque giorni, fino al 25 gennaio, la capitale del Kenya – quattro milioni di abitanti di cui due milioni e mezzo vivono nelle baraccopoli – ospiterà la settima edizione dell?evento internazionale che riunisce associazioni, movimenti, network e organizzazioni non governative di tutto il pianeta. Il Forum Sociale Mondiale si terrà al ?Moi International Sports Centre? di Kasarani, una decina di chilometri a nord est dal centro città. Un impianto polifunzionale sportivo che comprende uno stadio da 60mila spettatori, oltre a un palazzetto dello sport che può ospitare 12mila persone e una decina di altre sale in cui si svolgeranno i diversi workshop e seminari. «L?interno dello stadio sarà diviso in varie sezioni con separatori provvisori, e ospiterà gli eventi principali», spiega Matthias Mormino, nel comitato organizzatore internazionale per conto della Tavola della Pace. «I partecipanti si siederanno sulle gradinate, suddivise come sale. Gli spazi più grandi, una sala da 10mila persone, due da 4mila e una da 2mila ospiteranno le plenarie più importanti. La sala stampa, che c?era già per i servizi dello stadio, è stata potenziata». Ma l?evento proseguirà fisicamente anche all?esterno, con stand di associazioni e di ristoro collocati intorno allo stadio per un raggio di circa tre chilometri. Un evento imponente, a cui stanno dando un diretto contributo le organizzazioni non governative che operano nella città di Nairobi, che a loro volta si sono attivate per coinvolgere la società civile locale. «Ci stiamo impegnando a portare la voce di chi vive nelle baraccopoli al Forum Sociale Mondiale, insieme ad associazioni locali come Shelter Forum e Pamoja Trust» spiega da Nairobi padre Daniele Moschetti, comboniano che da cinque anni vive a Korogocho, lo slum sorto in prossimità della discarica della città. «Il primo giorno del Forum, delegazioni di persone provenienti dagli slum si incontreranno a Uhuru Park, nel centro città. Il 22 gennaio queste delegazioni andranno a Kasarani dove incontreranno gruppi provenienti da altri Paesi per discutere del problema della terra, della casa e degli slum. Ma stiamo lavorando soprattutto per portare i temi del Forum tra la gente comune. Il 23 gennaio terremo dei seminari direttamente in sei delle più grandi baraccopoli di Nairobi». La cancellazione del debito dei Paesi africani è un fronte su cui sono impegnate diverse associazioni kenyane. «La sfida più grande da qui a gennaio è far sapere alla gente comune che esiste il Forum» afferma Giulio Litta del Cesvi, e portavoce di Una, un consorzio di ong italiane che ha sede a Nairobi ma opera anche in Sudan e Somalia. «Il sindaco di Nairobi un mese fa ha ammesso di sapere poco o niente di questo evento» dice Litta, «mancano solo due mesi, ma in città non se ne parla, a parte qualche articolo molto superficiale sulla stampa locale». Dello stesso parere Giovanni Sartor, responsabile della Caritas: «Il comitato organizzatore non è stato capace di coinvolgere la popolazione. A far conoscere l?evento qui a Nairobi sono soprattutto le chiese, che sono radicate sul territorio e si occupano dei problemi sociali». Nei mesi è nata una Commissione ecumenica che ha messo a fuoco quattro tematiche da portare al Forum: «Si parlerà molto dell?Aids» spiega Sartor, «della vita nelle baraccopoli, del debito e di riconciliazione nei conflitti». È notizia recente la cancellazione da parte dell?Italia di 44 milioni di debito nei confronti del Kenya. «Il governo si è impegnato a usare questi soldi per progetti sociali» spiega Moschetti, «una parte potrebbe finanziare un Fondo per la terra con l?obiettivo di migliorare le condizioni di vita negli slum».

  • Per approfondire la conoscenza degli slums di Korogocho e Kutoka consultate i siti: www.korogocho.org della Saint John Church www.kutokanet.org del Network Exodus

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