Welfare
Il Gruppo Assimoco si conferma tra le migliori aziende italiane dove lavorare
L’azienda, prima Compagnia italiana ad acquisire la qualifica di società Benefit, è al sesto posto nella classifica 2022 della categoria aziende medie (150-499 dipendenti) stilata da Great place to work, guadagnando dieci posizioni rispetto allo scorso anno
di Redazione
Nella classifica Best place to work, stilata da Great place to work, il Gruppo Assimoco, prima Compagnia italiana ad acquisire la qualifica di società Benefit, si conferma come una delle migliori aziende italiane dove lavorare e guadagna 10 posizioni rispetto allo scorso anno conquistando il sesto posto nella classifica 2022 della categoria aziende medie (150-499 dipendenti).
Dati alla mano, il 91% delle persone che lavorano nell’azienda assicurativa considera Assimoco un Great place to work. I punti di forza alla base di questo successo sono la fiducia nel management, la conciliazione dei tempi di lavoro e vita privata, l’autonomia e l’innovazione e la customer excellence. In particolare, come evidenziato dalla società attiva nello studio e analisi del clima aziendale, Great place to work, le persone di Assimoco continuano a dimostrare elevata fiducia nella Direzione e apprezzano il coinvolgimento nella strategia aziendale attraverso il costante flusso comunicativo.
Inoltre, smart working, flessibilità organizzativa e bilanciamento tra lavoro e vita familiare sono aspetti molto apprezzati che testimoniano l’impegno della Compagnia per il benessere delle persone. A questi aspetti si somma anche l’autonomia che caratterizza l’attività dei collaboratori e la partecipazione e il coinvolgimento degli stessi nelle questioni aziendali. Altro elemento che fa del Gruppo Assimoco, da quasi 50 anni Compagnia di riferimento del Mondo Cooperativo, una delle migliori realtà italiane dove lavorare, risiede nella radicata consapevolezza dell’elevato livello di servizio fornito al cliente da parte di tutta la struttura.
Il questionario somministrato agli oltre 445 collaboratori, a cui hanno risposto in 410, ovvero il 92% delle persone, abbraccia cinque dimensioni: la credibilità, il rispetto, l’equità, l’orgoglio e la coesione. Tutte le variabili considerate hanno ottenuto punteggi molto alti, sostanzialmente in linea con quelli dello scorso anno. L’equità, in particolare, ha riscontrato due punti in più rispetto all’analisi dello scorso anno, spinta soprattutto dalla componente della meritocrazia, avanzata di ben 7 punti.
Nel dettaglio, i collaboratori di Assimoco ritengono di ricevere una parte equa della ricchezza generata dall’azienda (67%) e di avere l’opportunità di ottenere un riconoscimento speciale (67%). Per il 59%, inoltre, le promozioni vanno a chi merita di più e il 77% dei collaboratori che ha partecipato all’indagine afferma che i responsabili non fanno favoritismi. Da sottolineare che è soprattutto la popolazione femminile a evidenziare soddisfazione per questo aspetto.
«La nostra organizzazione rivede ed evolve costantemente i suoi programmi e i suoi processi per garantire un ambiente che promuove l’inclusione, l’equità, l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile», ha spiegato Ruggero Frecchiami, direttore generale del Gruppo Assimoco. «L’indagine ci aiuta, di anno in anno, ad affrontare anche cambiamenti all’interno dell’organizzazione in un’ottica di maggiore soddisfazione delle persone, che per noi è un fattore decisamente strategico».
«Abbiamo debuttato nella classifica Best place to work con l’edizione del 2015 e se c’è una cosa che abbiamo imparato in tutti questi anni è che esiste una grande necessità di manutenzione rispetto allo sviluppo delle persone nell’organizzazione e se trascuriamo qualche aspetto abbiamo quasi immediatamente un ritorno negativo. Questa riflessione ci mantiene attenti ed equilibrati e fa sì che la struttura delle risorse umane lavori costantemente, assieme a ciascuna area di governo, per migliorare ed eliminare le eventuali criticità», ha aggiunto Tiziano Merlini, responsabile Sviluppo Persone e Organizzazioni del Gruppo Assimoco.
In apertura photo by Scott Graham on Unsplash
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