Welfare

Il grano duro pugliese per il futuro del Senegal

Il Molino De Vita di Casalvecchio di Puglia ha avviato nel territorio della città di Touba, in Africa, un progetto per promuovere la coltivazione del grano duro italiano e realizzare anche la trasformazione e macinazione dello stesso. Obiettivo: far lavorare i migranti del posto e contrastare sfruttamento e migrazioni

di Emiliano Moccia

«Vogliamo creare un ponte immaginario tra l’Italia e il Senegal per promuovere la coltivazione del grano duro italiano e avviare un ciclo di filiera che comprenda anche la trasformazione e macinazione dello stesso. Si parla tanto di sostenibilità, ma siamo convinti che la sostenibilità sociale sia molto più importante». Nicola De Vita rovista tra le sue origini contadine o nella frase di Carlo Levi «le parole sono pietre usiamole non per alzare ancora muri ma per costruire» per spiegare il senso del progetto “Riaccolto”. Perché al centro dell’azione del Molino De Vita, posizionato a Casalvecchio di Puglia tra il giallo del grano ed i papaveri rossi, c’è la volontà di provare a migliorare la vita dei migranti che vivono nel nostro territorio e di quelli che la loro terra ancora non l’hanno lasciata. Una forma di cooperazione internazionale che da un lato punta a contrastare il caporalato e lo sfruttamento dei braccianti, fenomeno molto presente nel foggiano, dall’altro a fare qualcosa per chi è costretto ad abbandonare il proprio Paese con il sogno di un futuro migliore e che diventa troppo spesso vittima di tratta, di violenze o perde la vita durante il viaggio.

Tutto è partito da una semplice chiacchierata con la comunità che vive a Casa Sankara, vicino San Severo, che gestisce dei terreni confiscati alla criminalità concessi a titolo gratuito dalla Regione Puglia. Un luogo che negli anni è diventato presidio di accoglienza e di inclusione per i tanti migranti che arrivano nel foggiano per lavorare la terra, favorendo un’occupazione legale e fuori dagli ingranaggi dello sfruttamento.

«Su questi terreni realizzano i pomodori pelati con etichetta “R'accolto” ed allora, per garantire il rispetto della biodiversità e la diversificazione delle produzioni, abbiamo avviato la coltivazione del nostro grano duro, mettendo a disposizione l’assistenza agronomica e la formazione dei nostri tecnici, con l’idea di sostenere il loro progetto di accoglienza e di inclusione lavorativa» racconta De Vita. «Da questa prima esperienza e da un impegno morale e sociale che abbiamo sentito di portare avanti, è nata l’idea di dare una mano più strutturata, immaginando una collaborazione con il Paese di origine della maggior parte dei migranti presenti a Casa Sankara».

Parte così da Casalvecchio di Puglia una prima spedizione verso il Paese africano, dove si svolgono incontri con istituzioni, imprenditori, comunità. «In Senegal, come in tanti Paesi africani, hanno una migrazione molto alta dei giovani che vanno via per cercare lavoro ed un futuromo miglore. La nostra idea è stata quella di non andare a colonizzare come fanno in tanti, ma di produrre e lasciare lì il prodotto realizzato, favorendo in questo modo occupazione, economia, opportunità» prosegue De Vita.

«Attraverso la coltivazione del grano duro sarà possibile produrre farina per realizzare pane, cuscus, dolci. Tutti alimenti tipici di quei luoghi». La sperimentazione, dunque, comincerà nel territorio della città di Touba e saranno utilizzati in questa prima fase 57 ettari di terreno messi a disposizione dagli imprenditori del posto. «Tra giugno e settembre partirà la semina, poi il progetto prevede anche la realizzazione di impianti di trasformazione per dare seguito alla coltivazione».

Anche per questo, bisogna fare presto. Di conseguenza, quattro giovani migranti accolti nel Ghetto Out-Casa Sankara hanno iniziato un periodo di tirocinio formativo presso il Molino De Vita, nell’ambito del progetto +Supreme della Regione Puglia. «Sarà per loro un percorso importante» conclude De Vita «perché sarà dato un profilo di formazione per il lavoro che dovranno poi andare svolgere nella loro terra. Un modo per fornire una prospettiva più positiva per la vita di ogni essere umano».

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