Famiglia

Il Governo taglia il telefono salva-bambini

Il finanziamento è tagliato del 50% e la durata della gestione passa da tre anni a uno. Ernesto Caffo (Telefono Azzurro): «Non solo il futuro del numero di emergenza 114 è a rischio, ma in Parlamento, nelle Regioni e nei Comuni sembra che i bambini non siano soggetti interessanti»

di Antonietta Nembri

114 addio? Forse, no. Ma un forte ridimensionamento è l’orizzonte che si prospetta per il numero di emergenza infanzia, attivo 24 ore su 24 dal 2003. L’ultimo Avviso pubblico bandito a maggio dal Dipartimento per le Pari Opportunità (vedi in allegato) per la gestione del servizio non lascia dubbi. Non solo il finanziamento è tagliato del 50%, ma anche la durata della gestione passa da tre anni a uno: insomma sembra proprio che si voglia ridimensionare verso il basso un servizio fondamentale nella difesa di bambini e adolescenti.

Non erano queste le premesse quando il numero 114 fu istituto nel 2003 come servizio pubblico di emergenza infanzia. A gestire in questo decennio il 114 è stato Telefono Azzurro che si è sempre aggiudicato il servizio di triennio in triennio, portando avanti anche sperimentazioni volte a migliorarne le funzionalità.
Il Comitato di monitoraggio e valutazione con un delibera unanime valuta positivamente l’attività sperimentale di Telefono Azzurro al punto che le modifiche migliorative del servizio vengono integrate nella convenzione che l’associazione aveva siglato nell’aprile 2010. E si arriva all’oggi.
Il 13 maggio scorso, il Dipartimento della Pari Opportunità, guidato dalla ministra Josefa Idem, però bandisce un nuovo Avviso pubblico  per la gestione del servizio per un altro triennio. Andando al leggere il testo dell’avviso si scopre che la durata della convenzione è passata da 3 anni a 12 mesi, e il finanziamento è stato ridotto alla metà.

Questo senza considerare che i requisiti richiesti all’ente gestore, dal decreto del 2003 che istituiva il servizio, sono stati via via sempre più dettagliati in un’ottica di crescente specializzazione del gestore e del suo personale. In particolare, nel 2006 (il contribuito era di 1.200.00 euro all’anno) si richiedevano tra i requisiti organizzativi “una o più sedi debitamente attrezzate nonché fornite di sistemi idonei a garantire la qualità, l’affidabilità e la continuità del servizio”. Il personale addetto alla ricezione delle chiamate doveva inoltre “risultare in possesso di un adeguata formazione nonché aver maturato, anche in affiancamento ad un esperto, una debita esperienza nel presente settore di attività”.

L’Avviso pubblico dell'anno successivo, che stanziava un contributo di 1.500.000 euro, lasciava sostanzialmente inalterati i requisiti, aggiungendo però un altro tassello ovvero la richiesta di personale in possesso di laurea di primo livello in psicologia, scienza della formazione, medicina e chirurgia, scienze del servizio sociale, giurisprudenza, scienze politiche e sociologia, con un’esperienza di almeno due anni maturata nel settore. Tutte richieste che naturalmente il Telefono Azzurro ha accolto e a cui si è attenuto.


L’ultimo avviso segna dunque una brusca inversione di tendenza: da 1 milione e mezzo di euro a 800mila euro con un taglio di quasi il 50% del contributo, la gestione ridotta a un solo anno e togliendo anche dai requisiti richiesti all’ente gestore il possesso di “una o più sedi debitamente attrezzate nonché fornite di sistemi idonei a garantire la qualità, l’affidabilità e la continuità del servizio”.

Ernesto Caffo, presidente e fondatore di Telefono Azzurro non nasconde la sua preoccupazione: «Anche se siamo in un periodo di tagli, agendo in questo modo si va a impoverire tutto il percorso realizzato negli ultimi dieci anni. L’avviso pubblico è uscito nel cambio dei ministeri» continua il professor Caffo «Non solo il futuro del numero di emergenza 114 è a rischio, ma in Parlamento, nelle Regioni e nei Comuni sembra che i bambini non siano soggetti interessanti:  il nuovo governo non ha ancora dato le deleghe per le politiche per l’infanzia, inoltre, non è stata istituita ancora la Commissione Infanzia».

Per il presidente di Telefono Azzurro la preoccupazione è tangibile «con questi tagli di fondi e tempo si taglia la possibilità di pianificare, un progetto chiuso in un anno... si va a impoverire non solo il servizio 114, ma tutta una rete in cui lavorano insieme istituzioni e associazioni». .
 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA