Formazione
Il governo, i patti e la liberta’
Più che un giudizio mi sia concesso allora accennare a tre impressioni, a tre sottolineature.
Da più parti, in questi giorni, mi è stato chiesto un giudizio sulla prima Convention della solidarietà, che ha richiamato al salone Civitas di Padova tre ministri e oltre tremila persone. Un giudizio, in particolare, sul ?Patto per la solidarietà? sottoscritto dal presidente del Consiglio Romano Prodi e dalla ministra Livia Turco per il governo, e da Luigi Bobba e Nuccio Iovene per il Forum del Terzo settore. All?interno troverete un reportage di immagini e di parole su quanto è avvenuto, su quanto è stato detto e sugli impegni presi. Un reportage certamente più esatto ed esaustivo delle impressioni del sottoscritto costretto a zampettare tutto il giorno sul palcoscenico e salvato solo dalla verve e dalle curiosità veraci di Lella Costa.
Più che un giudizio mi sia concesso allora accennare a tre impressioni, a tre sottolineature. La prima: questo governo fa quello che può. Ha dato il primo riconoscimento strutturale al Terzo settore con la legge sugli enti commerciali e sulle Onlus, ha accettato di considerare le organizzazioni dei corpi sociali intermedi come soggetti della concertazione soprattutto per quel che riguarda il rinnovamento delle politiche sociali. C’è un ministro come Livia Turco che ascolta, che si adopera e che opera. Però è questo un governo che deve tener conto delle culture stataliste che esprime in parte della sua anima cattolico democratica (si pensi allo statalismo della Bindi) e in gran parte dei neo o ex comunisti (che dire degli allarmi sul non profit di Cofferati, del ?Manifesto? o di Rifondazione?). Da qui una posizione che è obiettivamente attenta ma non riesce a non essere sospettosa, maledettamente guardinga.
La seconda impressione: a Padova è stato siglato un patto che è, in buona sostanza, un patto di attenzione. Da parte del governo sono state annunciate delle novità di rilievo, misure attese per le cooperative sociali e regolamenti attuativi per la legge 460/97, riforme come quella dell’assistenza sociale e dell’associazionismo. Ma da parte del Forum del Terzo settore è stato giustamente sottolineato con forza che la collaborazione in quest?opera di riforma non esaurisce, non può esaurire il senso dei percorsi di solidarietà in atto nel Paese, non può deresponsabilizzare i cittadini che chiedono di poter partecipare alla costruzione della comunità non in un ruolo subalterno ma da protagonisti.
La terza impressione: che deriva dalla precedente, sarà fondamentale per il governo l?atteggiamento che prenderà a proposito della riforma dell’articolo 56 della Costituzione sulla sussidiarietà, sarà fondamentale per le organizzazioni del Terzo settore conservare e implementare il bene dell?autonomia e della libertà d?azione e di giudizio così da non correre il rischio di ridursi ad una comoda appendice dello Stato e della Pubblica amministrazione.
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