Questi due contributi ci sono pervenuti dalla redazione di ?Un passo avanti?, periodico interno dell?Istituto a custodia attenuata per detenute tossicodipendenti di Empoli.
Ciao ragazzi, eccoci qua, finalmente è arrivato questo momento anche per noi femminucce, quest?alternativa in subordine al carcere ordinario, che crediamo positiva per poter attuare le idee nuove alle vecchie, con il massimo coinvolgimento da parte degli operatori e del direttore stesso, per cui approfittiamo dell?occasione per ringraziare… Così altrettanto voi che ci date questa possibilità di comunicazione che come ben sapete è di notevole importanza.
Vive complimentazioni a tutti voi!
Non vogliamo stare ad annoiarvi con la descrizione delle forti emozioni che stiamo provando, anche perché non basterebbero dieci fogli e noi sinceramente siamo in fase di ambientamento.
Il ritmo di vita è basato su regole non indifferenti alle quali doversi adeguare, cosa non semplice, ma l?importante è che ci sia la volontà di camminare insieme e l?essere qui ne è la dimostrazione tangibile. Il fine dovrebbe essere il raggiungimento di ciò che è in sintesi il ?dovere istituzionale?.
È effettivamente positivo che crescano tali esperienze che ci collegano con il territorio e che se di rieducazione si vuol parlare, cosa che finora è stata punto solo parlata, iniziative del genere in questione sono le più appropriate.
Da parte nostra siamo soddisfatte e orgogliose di essere le prime di quello che speriamo non sia solo un caso sporadico ma che vada avanti e questo dipenderà molto anche dalle nostre capacità di riuscita in risposta a tale proposta.
Forse è solo una goccia in mezzo all?oceano… Ma…
Con ciò vogliamo porgervi un ulteriore incoraggiamento alla costanza con cui portate avanti quest?impegno, in una risposta costruttiva, solidale per quanti di noi si trovano nella medesima situazione ad affrontare analoghe problematiche.
Un caro saluto dalle
ragazze di Empoli
Cari amici, sono l?educatrice della nuova struttura a custodia attenuata al femminile di Empoli, donna pure io e speriamo di non essere troppe.
Forse questa mia lettera non riuscirà a rendere perfettamente il clima che si respirava il giorno dell?inaugurazione della prima custodia attenuata per detenute tossicodipendenti perché ormai siamo tuffati nella realtà quotidiana, nell?organizzazione della vita all?interno che non ci lascia spazio per ripensare alle emozioni provate.
Quel giorno, al di là della formalità della cerimonia, si riusciva a percepire nei presenti (autorità del dipartimento, rappresentanti degli enti locali, operatori e volontari, le detenute stesse) una partecipazione emotiva e un interesse reale che invece spesso in tali occasioni sono soltanto di facciata.
L?apertura di una custodia attenuata femminile era attesa ormai da troppo tempo e tanti avevano voluto esserci non per presenzialismo ma perché coinvolti in prima persona. Forse le donne sono state quelle che hanno vissuto con maggiore intensità l?apertura della struttura perché per la prima volta si è tenuto conto del mondo femminile, in questo caso delle donne detenute, un mondo troppo spesso dimenticato e bistrattato che si è visto restituire in quest?occasione pari dignità e opportunità.
Per me lavorare in una custodia attenuata significa poter fare realmente l?educatrice e non soltanto per il numero di persone per cui lavorare (già quando Empoli era maschile potevo considerarmi fortunata rispetto alla maggior parte dei miei colleghi che lavorano ancora sull?emergenza), ma soprattutto per gli spazi di intervento e le modalità operative che si sono aperte nonché per il clima di collaborazione che già si è creato con gli altri operatori e soprattutto con quelli della polizia penitenziaria.
Vediamo allora come andrà nel proseguio, vi faccio i migliori auguri per il lavoro che state facendo e magari non mancheranno le occasioni per risentirci.
L?educatrice Milvia Antonella Benucci
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