Non profit
Il gioco è l’antidoto all’azzardo. Al Festival Play, nuove strategie di contrasto e prevenzione
Parafrasando John Belushi «Quando il gioco si fa duro anche i ludici cominciano a giocare»: è di grandissima importanza, quindi, che a Play, tra le più importanti manifestazioni ludiche d'Europa che inizia a Modena il 1 aprile, professionisti del gioco (vero) e delle pratiche ludiche si ritrovino per discutere di contrasto e prevenzione partendo dal gioco. Contro l'azzardo di massa che, del gioco, è corruzione e dello spirito ludico perversione
Da anni è evidente la strategia di comunicazione dei grandi operatori dell'azzardo: "é solo un gioco" non è soltanto un messaggio di markenting con cui vengono martellati i consumatori finali ma spesso risulta anche una monotona litania da spendere sui tavoli istituzionali. Per alcuni professionisti della clinica – ultimo il caso di Paolo Crepet – l'azzardo è persino un modo per socializzare!
Nel corso degli anni, non sono quindi mancati i tentativi dei concessionari dell'azzardo di Stato più importanti di riciclarsi -termine quanto mai appropriato- attraverso la partecipazione o la sponsorizzazione delle più importanti manifestazioni ludiche italiane.
Tra queste vi è sicuramente il Play di Modena, appuntamento di rilievo nazionale che ogni anno -in due giorni- raccoglie oltre trentamila presenze tra appassionati e operatori di settore e che ben si è tenuta a distanza dal mondo dell'azzardo. Nella lingua inglese esiste una netta separazione tra "to play" ("giocare", nome della manifestazione) e "to gamble" ("azzardare", "scommettere") e la kermesse modenese è sempre rimasta fedele al proprio nome. In questi anni ha sempre negato spazi espositivi agli operatori del "gambling" e ha rinunciato alle loro ricche sponsorizzazioni (anzi "ricchissime" considerando i ridotti volumi finanziari del mercato italiano del cosiddetto "gioco sano").
Proprio in questi mesi, in Emilia Romagna -regione che ospita Play- è in atto un braccio di ferro: la Regione ha normato alcuni aspetti come le distanze minime delle sale gioco dai luoghi sensibili e il divieto per i minori dell'utilizzo degli apparati di "ticket redemption". La risposta non si è fatta attendere: alcune aziende di settore hanno minacciato di boicottare per protesta "Enada", un'importante fiera del gambling che annualmente si tiene a Rimini.
Il ricco mercato delle tante sale gioco disseminate lungo la Riviera Adriatica è, evidentemente, una partita di rilievo nazionale. Quale contributo possono dare rispetto a questa diatriba i tanti operatori professionali ed appassionati che quotidianamente utilizzano l'immenso potenziale del gioco in termini di comunicazione, educazione ed aggregazione? Parafrasando John Belushi (in "Animal House"): "Quando il gioco si fa duro anche i ludici cominciano a giocare". Il Play quest'anno non si limiterà a lasciare fuori dalla porta l'azzardo ma organizzerà "Nati per Giocare – Come prevenire divertendosi" affermando con determinazione che il gioco è cultura e ribadendo il proprio "NO" alla dilagante cultura dell'azzardo che sta pervadendo il tessuto sociale italiano.
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Già durante il primo giorno della manifestazione (Sabato 1 aprile) si potrà partecipare a "chi gioca c'entra": il pubblico del Play potrà esprimere le proprie opinioni e i propri sentori relativamente al "gioco" e "all'azzardo" partecipando per qualche minuto ad appositi piccoli momenti ludici. Ecco il gioco che non insidia le ricchezze delle famiglie e che invece diventa uno strumento di comunicazione bilaterale. Da una parte servirà per raccogliere informazioni e dall'altra risulterà un breve momento di sensibilizzazione e riflessione per coloro che decideranno di partecipare.
Domenica mattina (2 aprile) avrà invece luogo una tavola rotonda che sarà strutturata sul tema, con gli interventi di Edoardo Polidori, medico specializzato nella cura e prevenzione delle patologie compulsive, farà un'analisi dell'aumento dei rischi di dipendenza derivante dalle cattive abitudini quotidiane. Poi verrà data voce a cosa ne pensano i giocatori; prima analizzando i risultati di "Chi gioca c'entra" poi lasciando la parola a Dario de Toffoli ed Ennio Peres, due importanti personalità ludiche italiane. Tesi non certo omogenee, espressioni di sensibilità ludiche molto diverse ma comunque unite nel sottolineare la differenza tra gioco e azzardo, di come il denaro possa corrompere il gioco.
Saranno poi le istituzioni a prendere la parola. L'assessore alla diffusione alla cultura della legalità del comune di Modena presenterà "Slot FreeER", un programma di incentivazione per i locali pubblici che rinunciano ad installare slot machine. Concluderà la giornata Valentina Ravaioli in rappresentanza della Regione Emilia Romagna.
Come intendere "NON E' SOLO UN GIOCO"? Semplice e rivoluzionario al contempo: l'evento promosso dal direttore artistico di Play, Andrea Ligabue, e dal fondatore del blog "Balena Ludens" Angelo Ricci va inteso non solo come netta separazione tra il "gambing" e il "play" ma anche e soprattutto per sottolineare come il secondo possa essere un importante strumento di prevenzione delle forme più pericolose del primo.
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