Non profit

Il gioco d’azzardo si combatte a scuola

Milano no Slot Educa e Forma è il primo progetto di prevenzione al gioco d'azzardo dedicato ai ragazzi. Finanziato dal Comune di Milano e da Regione Lombardia, propone incontri di sensibilizzazione e formazione sul tema, nelle scuole elementari e medie delle nove zone della città. L'obiettivo è coinvolgere seimila studenti

di Anna Spena

All’interno di Milano No Slot, iniziativa promossa dal Comune di Milano e dalla Regione Lombardia per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo, c’è un progetto tutto dedicato ai giovanissimi. Si chiama Milano No Slot Educa e Forma ed è rivolto a tutti i ragazzi delle classi V delle scuole primarie e delle I e II classi delle scuole secondarie.

Il progetto sviluppa campagne di prevenzione rivolte alle comunità scolastiche delle nove zone di Milano che consistono in interazioni con alunni e studenti sul valore e sul significato del gioco; incontri formativi; kit didattici per corpo docente ed azioni di sensibilizzazione per le famiglie. Sono due le associazioni a cui è stato affidato il progetto: Associazione Culturale Internazionale Cuore e Parole Onlus che gestisce direttamente gli incontri con le scuole e i ragazzi; e l’Associazione Orthos che invece si occupa della seconda fase del progetto e propone incontri di formazione pomeridiani per i genitori e i docenti.
Oggi all’Istituto Comprensivo Galvani (zona 2 della città) si è tenuto il terzo dei nove incontri previsti.

«Quello che stiamo cercando di fare con i ragazzi», spiega Paola Brodoloni fondatrice di Cuore e Parole Onlus, «è un percorso che li aiuti a capire che l’azzardo non può essere considerato un gioco». L’associazione, fondata nel 2004, da qualche anno si occupa in modo particolare della navigazione sicura sul web. «Uno dei primi momenti in cui i bambini, già da piccolissimi, entrano in contatto con l’azzardo è quando iniziano a scaricare da internet le applicazioni a pagamento di videogiochi», dice Paola Brodoloni. «Anche se quello non è propriamente il meccanismo del gioco d’azzardo, i più piccoli vengono implicitamente portati a pensare che per giocare, o per passare al livello successivo del gioco, sia necessario pagare».

La richiesta di organizzare incontri di formazione per i ragazzi è arrivata dalle stesse scuole. «Gli insegnanti ci hanno chiesto “cosa dobbiamo rispondere alle mamma dei bambini quando ci chiedono informazioni che riguardano il gioco d’azzardo?”», racconta Brodoloni. «Così la nostra idea è stata quella di portare all’interno delle scuole delle nove zone di Milano un vero e proprio progetto di prevenzione rispetto al gioco d’azzardo. Dopo un primo momento di incontro in classe dove i bambini fanno brainstorming con degli esperti e formatori, c’è un workshop, tenuto da due esperti dell’accademia delle Belle Arti di Brera, dove gli alunni elaborano quello che hanno sentito e capito durante l’incontro cui hanno partecipato. Sempre in classe, portiamo dei grandi pannelli composti da vari strati di colore, lo strato superiore però è il nero. I bambini vanno ad incidere, con degli strumenti di riciclo, i pannelli. Lasciano il loro segno, creano uno slogan, i disegni racchiudono un po’ tutto quello che ci siamo raccontati nella parte di dialogo. Abbiamo scelto il graffito per la sua simbologia istantanea. Ricorda il gesto che si fa per “grattare” il gratta e vinci. Però mentre lì gratti per scoprire se hai vinto, qui i bambini lo fanno per scoprire il messaggio positivo».

Ad oggi, con questo terzo incontro, i ragazzi che hanno partecipato al progetto sono stati circa 600. Ma l’obbiettivo è di arrivare a coinvolgere, prima della fine del progetto, 6000 alunni.

Perché è così importate la prevenzione nelle scuole lo spiega Anna Polgatti, educatrice specializzata in azzardopatie, che lavora con La Casa del Giovane di Pavia. Presenza fissa a tutti gli incontri in programma. «Bisogna agire prima dell’età adolescenziale», dichiara. «I ragazzi hanno ben in testa cos’è l’azzardo. E ne sono preoccupati anche rispetto ai loro familiari. Molto spesso succede che inizino a scommettere già a dieci anni, lo fanno con i loro coetanei. Si innesca una sorta di passaparola tra di loro. Mentre per i gratta e vinci e le slot machine sono gli stessi parenti che, più o meno, inconsapevolmente, li portano ad avere questo tipo di approccio».

Per le scuole interessate a partecipare al progetto scrivere a segreteria@cuoreparole.org

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