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Il gigante Airc sfonda quota 60 milioni

Molte conferme ed esclusioni clamorose negli elenchi del 2008

di Riccardo Bagnato

La ricerca sul cancro è ancora una volta la protagonista delle scelte degli italiani. Anche tra le onlus i “soliti noti”: Medici senza Frontiere, Emergency e Unicef E finalmente sono arrivati. Sono i quattro elenchi di ammessi ed esclusi al 5 per mille targato 2008. Un appuntamento atteso con trepidazione da parte del non profit, tanto che quest’anno il boom è stato anche di clic su Vita.it. E le sorprese non sono mancate. A partire dal numero di scelte espresse, ben 14.652.659 (+7% sul 2007). In altri termini, più di un contribuente su due (58,3%) ha aderito al 5 per mille, per un importo totale di 415,6 milioni di euro (+1,5% rispetto al 2007) e una media degli importi di 28,36 euro.

I big del 5 per mille
A tre anni dalla prima edizione, la top ten nel campo delle onlus vede consolidarsi sigle note della cooperazione internazionale come Medici senza Frontiere, Emergency e Unicef (saldamente ai primi tre posti dal 2006 a oggi). A seguire associazioni impegnate nella lotta ai tumori come Airc, Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, Ail e Fondazione Ant (realtà che partecipano anche come enti ricerca scientifica e sanitaria nel secondo e terzo elenco), la Lega del Filo d’Oro, e due nomi storici dell’associazionismo italiano come Auser e Acli. Un copione già visto, che la stessa Agenzia delle Entrate stigmatizza osservando: «Le scelte “espresse” a favore di singoli soggetti sono concentrate, in larga massima, su un limitato numero di enti molto noti. Gli altri voti (voti? ndr) sono in gran parte polverizzati tra una vastissima platea di beneficiari».
Ma passiamo agli elenchi della ricerca scientifica e sanitaria. Qui il gigante Airc, presente in tre liste su quattro, fa il pieno: oltre al bottino racimolato in quanto onlus (5.972.402 euro), l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro si aggiudica 38.356.314 euro come ente di ricerca scientifica e 15.995.186 come realtà attiva nella ricerca sanitaria, per un totale da capogiro di 60.323 902 euro, pari al 14% in più rispetto alla scorsa edizione (51 milioni). Con lei, in buona compagnia ai primi posti, ecco la Fondazione San Raffaele, l’Istituto Giannina Gaslini, quello Europeo di oncologia, e la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro tra gli enti sanitari; mentre per la ricerca scientifica abbiamo la Fondazione italiana Sclerosi multipla, la Fondazione Umberto Veronesi, Telethon e di nuovo il San Raffaele di don Verzé.

I grandi esclusi, cosa fare?
Poco o nulla rimane invece alle associazioni sportive dilettantistiche (asd), letteralmente falcidiate dall’occhio indiscreto della burocrazia. Ben 41.589 enti sportivi su 42.741 sono stati esclusi «per mancata o tardiva presentazione della documentazione» scrive l’Agenzia «ovvero per carenza dei presupposti legati allo svolgimento di rilevante attività di carattere sociale». A contendersi ciò che rimane solo 1.152 associazioni sportive dilettantistiche. Un’esclusione pari al 97,3% degli enti, iscritti a suo tempo d’imperio dallo stesso Coni. Una catastrofe.
Per tutti coloro che sono incappati in errori formali, però, si prospetta la possibilità di rientrare in corsa. Per le asd, ma anche per le 7.227 realtà non profit non ammesse nel primo gruppo (tra cui la Fondazione italiana Sclerosi multipla e Villaggi Sos, che rischiano di non poter incassare rispettivamente 867.613 e 355.476 euro), e i 28 enti di ricerca scientifica scartati dall’Agenzia. Entro venerdì 30 aprile 2010, i legali rappresentanti dei soggetti esclusi dall’elenco definitivo del 5 per mille 2006, 2007 e 2008 possono (e dovrebbero) spedire la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà e copia del loro documento d’identità, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, alla direzione regionale dell’Agenzia delle entrate di competenza.
Ma attenzione, è tempo di scadenze anche per la presentazione dei redditi 2009, e quindi per la scelta del 5 per mille: 30 aprile se si presenta il 730 tramite il proprio sostituto d’imposta, 31 maggio se si presenta tramite Caf. Ed è proprio il “popolo del 730” ad aver finora decretato il successo del 5 per mille, con una quota del 71% di firme, contro il 28% di chi deve presentare l’Unico.

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