Formazione
Il giallo della scuola fantasma
Ecco che fine ha fatto il progetto all'avanguardia che doveva sorgere ad Assergi
Il mistero della scuola di Assergi, comune in provincia di L’Aquila, inizia con l’allarme lanciato da Pietro Di Stefano, assessore alla programmazione urbanistica del capoluogo abruzzese, che ha dichiarato: «quelli della onlus “L’Aquila Nuova”, responsabili del progetto sono scomparsi».
L’associazione, con sede a Gallarate, aveva infatti promosso un progetto per la costruzione di una scuola all’avanguardia all’indomani del sisma nel 2009. Un’idea sostenuta anche dal Comune di Gallarate, la Provincia di Varese e l’istituto Statale Istruzione Superiore (ISIS), sempre gallaratese. Il tutto con tanto di firma e protocollo d’intesa. Nel quale si affidava la gestione degli impianti alla stessa L’Aquila Nuova Onlus per vent’anni.
«L’ultima comunicazione tra noi e loro – insiste però da qualche settimana l’assessore Di Stefano – risale al 19 maggio scorso. In quella data abbiamo mandato una mail ufficiale per avere notizie. La risposta è giunta il 23 maggio. Ci facevano sapere che stavano verificando i presupposti per continuare». Quali presupposti? Di Stefano non fa certo giri di parola: «mi hanno detto che tutto si sarebbe fermato quando sono decaduti gli incentivi sul fotovoltaico. Il motivo della marcia indietro è che ora sarebbe un cantiere non conveniente». Ma il presidente della onlus, Roberto Bulegato, non ci sta. Lui, numero uno di Eas Italia e numero due di Italia Energy, Ecopiù Immobiliare e Eas Energy (tutte aziende che lavorano sul solare) ribatte punto per punto.
«Non so se per le imminenti elezioni o per quali altri motivi i rappresentanti delle istituzioni locali aquilane abbiano deciso di infangare la reputazione mia e dell’associazione» chiarisce Bulegato, raggiunto al telefono. Poi prova a spiegare: «tutto ha avuto inzio due mesi dopo la tragedia. Pensavamo di dare una mano e per farlo ci siamo accreditati presso la Protezione Civile. Insieme a loro e alle istituzione locali abbiamo poi deciso di puntare su un edificio scolastico».
«Così siamo partiti con la progettualità e una partnership», continua Bulegato, «la cosa fondamentale da capire è che la fattibilità del progetto, sin da subito dipendeva dal Conto Energia – CE». Ovvero un programma europeo di incentivi per la produzione di energia rinnovabile mediante pannelli fotovoltaici. In Italia la direttiva europea è stata accolta nel Decreto legislativo 387 del 2003. Da quel momento ci son state due tranche di incentivi nel nostro Paese. La prima dal 2005 al 2007 e la seconda dal 2007 al 2010. Non è mai arrivata una terza tranche. E qui sta il problema: «Come “L’Aquila Nuova Onlus” abbiamo potenziali donazioni per 300 mila euro – racconta Bulegato – il progetto costa 1 milione di euro. La differenza di 800 mila euro sarebbe dovuta arrivare grazie ai finanziamenti europei. A causa però delle lungaggini del Comune, più volte da noi sollecitato a fare in fretta, non è stato possibile arrivare prima della fine dei finanziamenti». Niente soldi dunque, niente progetto. Perché, come ci tiene a sottolineare il responsabile della Onlus, «noi un milione di euro non l’abbiamo. È chiaro che se avessimo avuto quella cifra avremmo inziato subito i lavori».
Ma è proprio così? Sembra di no. L’ultimo colpo di scena arriva proprio dal presdiente della onlus che fa sapere come «i miei collaboratori hanno scoperto che l’edificio sarebbe una cattedrale nel deserto. Il posto in cui costruire ci è stato indicato dal Comune. Ad oggi sembra che nella zona non risiedano studenti. Insomma non hanno bisogno di una scuola. Per questo mi sento di poter dire che archivieremo il progetto. Ci manca solo che una volta costruito si venga accusati di averlo fatto per lucro», chiude Bulegato.
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