Non profit

Il giallo dei 100 milioni

Approvato il Milleproroge, ma il ripristino della copertura si ferma a 300 milioni

di Riccardo Bagnato

Non ci deve essere grande feeling tra il ministro Tremonti e il Terzo settore. E non è la prima volta che il ministro sorprende il non profit con le sue alchimie contabili. Ma se la bozza del decreto Milleproroghe che abbiamo in possesso fosse confermata, e quindi la copertura complessiva del 5 per mille si fermasse a 300milioni (e non i 400 promessi), a quel punto saremmo di fronte all’ennesimo gioco delle tre carte da parte del ministro Tremonti, che rischierebbe inoltre di scatenare un’inutile guerra fra i poveri. Ma andiamo con ordine.

La notizia che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, fosse intenzionato a trovare i 300 milioni mancanti (100 milioni erano già stati stanziati nella Legge di Stabilità) era trapelata da giorni. Lo stesso ministro, ieri, in occasione del brindisi di fine anno con i giornalisti, aveva assicurato con un battuta: «E’ Natale: c’è il 5 per mille». Nel Milleproproghe, s’intende.

Non rimaneva che attendere il Consiglio dei Ministri in cui si sarebbe discusso il provvedimento in questione. Occhi puntati su Palazzo Chigi, ore 9:30, di mercoledì 22 dicembre. Qui si sarebbe votato, eventualmente emendato, e approvato il Milleproproghe. E così è avvenuto.

Stamane, mentre era in corso il CdM, già giravano le bozze del testo. A una prima lettura risultava che il 5 per mille c’era. C’era persino la proroga dei fondi finalizzati a ripristinare le tariffe postali agevolate secondo una norma del 2003, in altre parole quei 30 milioni che ancora si aspetta che Tremonti sblocchi per compensare il colpo di mano di fine marzo quando le tariffe postali agevolate per il non profit era stato abolite in 48 ore. Tra le pieghe c’era anche la proroga per il modello Eas, introdotto per permettere agli enti non commerciali di usufruire delle agevolazioni tributarie ai fini delle imposte dirette e indirette. Insomma, c’era tutto. O quasi tutto.

Non si è fatto a tempo di gioire, che subito gli occhi si soffermavano però sulla seconda parte del comma: «Le risorse complessive destinate alla liquidazione della quota del 5 per mille nell’anno 2011 – così nella bozza – sono quantificate nell’importo di euro 400.000.000; – e fin qui tutto bene, ma… – a valere su tale importo, una quota pari a 100 milioni di euro è destinata ad interventi in tema di sclerosi amiotrofica per ricerca e assistenza domiciliare dei malati ai sensi dell’articolo 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006, n. 296». Cioè?

La domanda, allora, sorgeva spontanea: i 100 milioni già stanziati nella Legge di Stabilità erano contemplati in quei 400 milioni o esclusi? In altri termini: tolti i 100 milioni di cui si parla per i malati sla, rimanendone 300, a questi vanno aggiunti quelli già decisi nella Legge di Stabilità o no? Poche righe dopo, nel testo della bozza, la risposta: «Alla determinazione delle risorse nell’ammontare indicato al precedente periodo, concorrono le misure indicate al comma 2, in aggiunta alle risorse di cui alle voci indicate nell’Elenco 1 previsto all’articolo 1, comma 40, della legge n. …del…. 2010 (legge di stabilità 2011), stanziate per le stesse finalità». Insomma, sì, i 100 milioni sono inclusi. Non sono quindi da sommare: 300 sono e 300 rimangono. E non c’è possibilità di chiarirsi le idee: ufficio stampa, ufficio legislativo ed entourage del Ministro Tremonti sono indisponibili. A dare qualche indicazione in più ci pensa però Carlo Giacobini, direttore responsabile di HandyLex.org, secono cui, non solo i fondi del 5 per mille si fermano a quota 300 milioni, ma tutto ciò che è stato recuperato per raggiungere quella cifra, compreso gli aggiuntivi 100 milioni dedicati all’assistenza per malati Sla, verranno liquidati nel 2012 (leggi l’analisi completa di Carlo Giacobini).

Le prime reazioni

Pronta la replica dell’opposizione: «Il lupo perde il pelo ma non il vizio: il ministro dell’Economia si esercita anche questa volta con il gioco delle tre carte» ha detto Margherita Miotto capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera. «Dei 400milioni stanziati dal governo – ha proseguito Miotto -, 100 sarebbero destinati all’assistenza per i malati di Sla che dovrebbero però andare a finanziare i Lea e andrebbero dati alle Regioni. Inoltre il governo non può decidere in nessun modo l’uso che le associazioni di volontariato faranno delle risorse che i cittadini decidono di dare al no profit». A rincarare la dose altri esponenti del Pd: «Il ministro Tremonti deve smetterla di prenderci in giro e deve smetterla di ingannare il preziosissimo mondo di solidarietà che vive anche grazie al cinque per mille». Così i senatori del Pd Marilena Adamo, Emanuela Baio, Giuliano Barbolini, Roberto Della Seta, Roberto Di Giovan Paolo, Francesco Ferrante e Paolo Giaretta. E spiegano: «Cento dei 400 milioni recuperati per finanziare il cinque per mille vengono dai soldi già stanziati per la ricerca e l’assistenza domiciliare dei malati di Sla. Ovviamente sostenere la ricerca contro malattie così gravi e l’assistenza a chi soffre di Sla è anche per noi obiettivo prioritario. Ma qui siamo davanti a un trucco contabile messo in piedi da Tremonti perché, in questo modo, al cinque per mille resteranno solo 300 milioni e non i 400 promessi. Sono insomma una partita di giro che non aggiunge nulla alle risorse per sostenere il volontariato, l’associazionismo, il terzo settore». «Il cinque per mille – concludono i senatori del Pd – è una misura di civiltà che non costa nulla allo Stato e che sostiene e incrementa l’attività preziosa e irrinunciabile di centinaia di associazioni impegnate ogni giorno in campi come il volontariato, la difesa dell’ambiente, la ricerca contro le malattie, la lotta alla povertà».

Non mancano poi le precisazioni, ancora caute, in attesa di capire bene la situazione, da parte del Terzo settore. Come nel caso dell’Auser: «la decisione assunta dal Consiglio dei Ministri di ripristinare nel decreto Mille Proroghe il finanziamento del 5 per mille, seppure con il vincolo di destinare 100 milioni alla ricerca ed all’assistenza per i malati di Sla, settori sui quali sarebbe stato necessario ed opportuno trovare uno specifico ed adeguato finanziamento, rappresenta un atto di attenzione e sensibilità verso le associazioni di volontariato e dà una risposta positiva alla richiesta avanzata dal Forum del Terzo Settore con l’iniziativa di protesta del 16 dicembre». Ma aggiunge: «Sarebbe auspicabile evitare per il futuro il ripetersi dell’incertezza del finanziamento, stabilizzando definitivamente con un provvedimento legislativo questo importante strumento di sussidiarietà fiscale che aiuta le associazioni del volontariato a programmare e realizzare con maggiore continuità ed efficacia il loro intervento nelle comunità ed a favore dei soggetti più deboli della società».

E ancora: «Apprendiamo con favore la notizia del reperimento delle risorse necessarie al rifinanziamento del 5 per mille inserito nel decreto mille proroghe cui il Consiglio dei Ministri ha dato parere favorevole» afferma Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore che prosegue «Ma riteniamo francamente inaccettabile che, ogni anno, il mondo del volontariato e del terzo settore debba protestare, manifestare e persino scendere in piazza per il 5 per mille che, puntualmente, sarebbe altrimenti dimenticato o tagliato nelle risorse».

Ancora più netto il comunicato di CSVnet: «Non c’è il testo definitivo ma sarebbe un gravissimo errore se, come appare, dei 400 milioni destinati al 5 per mille dal decreto, un quarto, pari a 100 milioni, fossero vincolati alla ricerca scientifica e assistenza per la Sclerosi amiotrofica (Sla)». Lo afferma Marco Granelli, presidente di CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato che aggiunge: “Questo strumento di sussidiarietà fiscale verrebbe snaturato perché la libera scelta del cittadino di destinare il 5 per mille delle proprie tasse ad un ente non profit varrebbe solo per 300 milioni perché gli altri 100 andrebbero a costituire un fondo dello Stato per finanziare un’attività meritoria e necessaria. Del resto nella Legge di stabilità questo fondo era già previsto. Auspichiamo quindi che nel testo  definitivo ci sia, come promesso, un reintegro del 5 per mille a 400 milioni tutti per la libera scelta del cittadino. In caso contrario il 5 per mille sarebbe ridotto a 300 milioni”.

Intanto dal mondo della Sla arrivano i primi commenti: «Siamo ben contenti che 100 milioni di euro siano stati destinati alla ricerca per la Sla, ma mi chiedo cosa ne sarà degli altri milioni di persone non autosufficienti per le quali non è stata stanziata alcuna somma». Così Mina Welby – moglie di Piergiorgio affetto da distrofia muscolare e che fu aiutato a morire nel 2006 da un medico poi prosciolto – commenta lo stanziamento previsto nel decreto Milleproroghe.


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