Non profit
Il genio del poker online. «Ma costano meno di una birra»
Intervista a Max Pescatori

Lo chiamano il “pirata italiano” per la bandana tricolore che porta ai tornei. Ma la sua non è una vita da avventuriero: i suoi assi Max Pescatori (classe 1971, due volte campione del mondo di poker) li cala con calma e ponderazione (come racconta in Giocare e vincere a poker online, edito da Sperling & Kupfer). «Quando ho visto Las Vegas, ho capito che quello era il mio mondo». Lascia l’impiego in un supermercato e s’iscrive a una scuola di croupier.
Vita: Poi, che è successo?
Max Pescatori: Finito il corso, ho cominciato a fare il croupier a Las Vegas. Nel tempo libero, giochicchiavo e vincevo. Così ho cominciato a fare il part time: sono passato dalle 40 ore settimanali alle 30, poi a 20. Infine a 10. Alla fine non ho lavorato più.
Vita: Ha guadagnato molto?
Pescatori: Quasi tre milioni di dollari.
Vita: È diventato un mito…
Pescatori: Senza dubbio. Però la gente deve rimanere con i piedi per terra. Io il gioco l’ho nel sangue. Amo essere al tavolo. Ma la pressione psicologica è molto forte. È difficile non avere un salario e dover vivere con le vincite.
Vita: Qualche momento difficile l’avrà avuto anche lei…
Pescatori: L’unico periodo un po’ negativo è stato circa un anno dopo che ho lasciato il lavoro. Per sei mesi sono andato in pari. Non vincevo e non perdevo. In seguito non ho mai avuto grossi problemi.
Vita: E se capita la serata no?
Pescatori: La prendo con filosofia. Senza stress.
Vita: Dove vive ora?
Pescatori: Quando non sono in giro per tornei, mi divido fra Las Vegas e l’Italia. Quest’anno sono stato quattro mesi a Milano.
Vita: Da noi alcuni criticano il boom dei giochi d’azzardo…
Pescatori: Dovrebbero ricordarsi che fino a vent’anni fa venivano giocate somme incredibili ma al Totocalcio, dove c’era un prelievo fiscale pazzesco. Al montepremi andava solo il 30% delle scommesse.
Vita: Insomma, si è solo diversificata l’offerta…
Pescatori: Sì. Un giocatore di poker o di skill games deve usare il cervello. Come coi videogiochi. Alcuni dicono: «Fanno diventare scemi i bambini». È il contrario: il videogioco ti fa diventare intelligente. È talmente difficile che per vincere devi usare il cervello.
Vita: Dovremmo preoccuparci se i giovani non giocassero, quindi?
Pescatori: Esatto. Poi ovviamente bisogna stare attenti e avere determinati limiti. Come dico sempre, se hai mille euro in banca fai tornei da due euro.
Vita: Che cosa spinge a scommettere?
Pescatori: Il poker non è influenzato da niente, è un gioco molto leale. Se ti siedi a un torneo, siete tu e la fortuna. Se sei forte, se studi e diventi bravo, vieni fuori. La fortuna ti aiuta o ti danneggia fino a un certo punto.
Vita: E il SuperEnalotto?
Pescatori: È un passatempo. La maggioranza delle persone mette due euro: invece di bere una birra compra un biglietto.
Vita: Cosa pensa dei giocatori compulsivi?
Pescatori: Non ho un’opinione. So però che nel poker non c’è compulsività. Un torneo può durare otto ore, con un euro.
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