“Aspettiamo tutti la nuova strategia di Obama, che tarda. Per fortuna, dico io. Significa che le ipotesi prospettate non lo convincono. Perchè sia chiaro, cavarsela
dicendo che occorrono più truppe ci lascerà nei guai come prima o peggio di prima”. Lo dichiara in un’intervista alla Stampa il generale Fabio Mini. Il generale non è per il ritiro, perchè “per come sono messe le cose, andare via significherebbe scappare”, ma accusa “la scarsa chiarezza degli obiettivi” nei documenti scritti dai militari, “la ‘sconfitta del terrorismo globalè e la ‘stabilizzazione dell’Afghanistan e dei suoi vicinì”, perchè li considera “irrealistici: equivale a dire che dall’Afghanistan non andremo mai via”.
“Se qualcuno si illude di trasformare quel Paese nella Svizzera, democratica e pacifica, si sbaglia di grosso”, dice ancora il generale. In quanto alla ‘nuova vulgatà secondo la quale l’errore fu tutto di George Bush, che non terminò il lavoro ma aprì il secondo fronte in Iraq, Mini la considera “una balla colossale. Sono le giustificazioni di chi sta perdendo il controllo del territorio. Se stiamo a sentirle, in Afghanistan ci vorrebbe mezzo milione di soldati e non è francamente immaginabile”.
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