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Il Garante non piace, ma va in aula

Il testo è all'esame dell'assemblea di Montecitorio. Nonostante la perplessità di molti: maggioranza inclusa

di Sara De Carli

Da lunedì 28 settembre 2009 l’Aula di Montecitorio discuterà le linee generali della legge che istituisce anche in Italia il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza. Peccato che, al momento di licenziare il testo le Commissioni riunite – Affari sociali e Affari costituzionali – della Camera avessero ancora molte perplessità. Il testo cioè non piaceva a nessuno e, a detta di molti, Alessandra Mussolini in testa (Pdl, presidente della Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, «non sussistono, allo stato, le condizioni per presentare il provvedimento all’Assemblea». Il punto più controverso è la dotazione, per il Garante, di una struttura propria che gli garantisca autonomia rispetto al Governo. Un punto su cui a luglio il Governo, per bocca del ministro Mara Carfagna, ha preannunciato uno specifico emendamento, che allo stato attuale non risulta ancora presentato.

E tuttavia il testo in assemblea ci è andato perché ci doveva andare, che piaccia o no. Questo è il messaggio, neanche poco velato, lanciato dal presidente della Commissione Affari Costituzionali Donato Bruno, che ha detto a che la discussione sul testo «potrà proseguire la prossima settimana in sede di comitato dei nove» (è nell’ordine del giorno per martedì 29 settembre), visto che in Aula «le votazioni sull’articolato non dovrebbero avere luogo prima della settimana successiva».

Beatrice Lorenzin (Pdl) ha sottolineato che sarà eventualmente possibile correggere la legge in futuro, ma che, «per intanto, l’istituzione del Garante è necessaria, anche per tener fede ad impegni internazionali». E così la riunione si è chiusa con il (forzato?) conferimento ai relatori di mandato a riferire in senso favorevole all’Assemblea sul provvedimento in esame.


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