Famiglia

Il Garante fa retromarcia

Il testo è stato rinviato in Commissione: troppe le modifiche legate alla trasformazione in Authority

di Sara De Carli

Il Garante per l’Infanzia, da martedì trasformato in Autorità garante (leggi qui), fa retromarcia e torna all’esame delle Commissioni riunite, Affari costituzionali e Affari sociali, per un ulteriore esame. Troppe, infatti, e troppo sostanziali le modifiche che derivano a cascata dall’aver scelto per una Authority, a cominciare dalla dievrsa copertura finanziaria. Il rinvio è stato chiesto ieri in aula da Federico Palomba (Idv), uno dei firmatari dell’emendamento approvato martedì: ha chiesto che il testo tornasse alle Commissioni, proprio perché essendo l’Autorità di garanzia fornita di poteri specifici, «dalla decisione della Camera discende necessariamente il fatto che bisogna rivedere profondamente, nel suo impianto, il provvedimento. Ieri la Camera ha bocciato un impianto minimale e, invece, ha stabilito che l’impianto deve essere completamente diverso».

Il Comitato dei diciotto, per bocca della relatrice Annagrazia Calabria (Pdl), ha bocciato la proposta, e chiesto di procedere con l’esame del provvedimento in aula. La proposta di Palomba è stata respinta dall’Aula, con sette voti di vantaggio. La stessa Aula poi si è espressa all’unanimità sull’approvazione dell’articolo 1 con le modifiche apportate dall’emendamento che trasforma il Garante in Autorità Garante.

In seguito Donato Bruno, presidente della Commissione Affari costituzionali, ha suggerito di riconvocare la Commissione Bilancio durante la sospensione dei lavori dell’Assemblea, «per eventualmente rivedere il parere espresso sugli emendamenti presentati. Tuttavia, nulla vieta che possiamo comunque procedere con i nostri lavori perché, con riferimento agli articoli 2, 3 e 4, non vi sono problemi od ostacoli».

È Roberto Giachetti (Pd) a rilanciare la questione: «probabilmente, proprio per dare al provvedimento quell’armonia di cui necessita, sarebbe stato più utile rinviarlo nelle Commissioni e ripresentarlo all’Assemblea magari tra dieci giorni avendo avuto tutto il tempo di creare questa armonia. Pervicacemente si è deciso invece di andare avanti e noi non possiamo che rispettare le decisioni assunte dalla maggioranza, così come non possiamo non rispettare le esigenze delle Commissioni e le richieste del presidente Bruno».

E così il presidente (ieri Maurizio Lupi) propone mettere ai voti la proposta di sospensione immediata della seduta poiché«esistono buone ragioni per non interrompere i lavori come chiesto da Bruno», ma «d’altro canto, è anche vero che ci si avvia a definire una struttura la quale sembra richiedere modifiche importanti all’articolo 5, senza sapere se esistano le condizioni per farle. Quindi, si rischia di lavorare in qualche modo invano su una traccia che rischierebbe di non portare da nessuna parte».

A quel punto Palomba si inalbera: «Qualcuno ci deve spiegare per quale ragione dobbiamo votare un testo e l’altro, quando uno dice una cosa e l’altro ne dice un’altra, e, se dicono la stessa cosa, non li possiamo votare insieme. Signor Presidente, manca quell’opera fondamentale di revisione di tutto l’impianto della norma che non si può fare con pezzettini che vanno a rattoppare un vestito vecchio e logoro, che il Parlamento ha respinto. Signor Presidente, non è possibile continuare così, non è possibile! […] Signor Presidente, vi è un problema serio di revisione totale. Ecco perché io e tutta l’opposizione siamo del parere che, senza tergiversare, perché tutti vogliamo questo provvedimento, magari prendendoci 15 giorni di tempo, ma facciamo una cosa seria e non una burletta». L’aula ha approvato.

Le reazioni

Durissimo il commento di Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera: «Lo stop alla legge sul garante dell’infanzia è un successo dell’opposizione e rappresenta la bocciatura delle politiche del ministro Carfagna, da parte anche della stessa maggioranza. La legge fermata alla Camera era utile solo al ministro delle pari opportunità per nominare qualche suo amico. L’arroganza e l’incompetenza sono state fermate dal Parlamento. Vediamo adesso di fare una legge veramente utile per l’infanzia». Nel pomeriggio la stessa ministro Mara Carfagna Ha concordato con la decisione anche il ministro per le Pari opportunita’, Mara Carfagna, ha concordato con la decisione, augurandosi una maggiore collaborazione tra maggioranza e opposizione sul provvedimento.

«Non vogliamo entrare in merito alle dinamiche parlamentari che in queste ore hanno visto un ulteriore rinvio della normativa istitutiva di questa figura di garanzia», ha commentato Raffaele Salinari, Presidente di Terre des Hommes. «Ma ci limitiamo a far notare che il criterio principe di ogni discussione a livello politico deve restare quello dell’interesse superiore del minore, nello spirito della Convenzione ONU dei Diritti dell’Infanzia. Ricordiamo che l’istituzione del garante per l’infanzia è un atto dovuto, in coerenza agli obblighi che derivano al nostro paese dall’aver sottoscritto tale Convenzione».  E ancora: «L’assenza del garante è un inaccettabile vuoto di civilità giuridica e dunque speriamo sia presto colmato».


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