Quando si parla delle minacce e delle aggressioni che incombono sul nostro Pianeta, pochi si chiedono quali siano, alla base di tutto, i responsabili del disagio. Bisogna far capire alla gente, alle persone, ai cittadini che le nubi che sovrastano il nostro ambiente, i danni all?atmosfera e al clima, la scomparsa di foreste, la perdita di biodiversità, l?inquinamento che uccide i nostri mari non sono opera di forze aliene, di invisibili devastatori provenienti da altre galassie, di multinazionali del crimine, di forze oscure e oblique.
Al di là di processi irreversibili di una problematica globalizzazione, al di
là di meccanismi di mercato miopi e dilaganti, ci siamo noi. Noi. Noi individui
che sprechiamo energia e materie prime con comportamenti irrazionali, noi che corriamo dietro a miti consumistici, noi che non rinunciamo a nulla, noi che vogliamo di tutto e di più. E ogni nostro atto, anche il più innocente e apparentemente trascurabile, se moltiplicato per i 60 milioni che siamo in Italia e per i 6 miliardi che siamo nel mondo, può tramutarsi in una catastrofe planetaria.
Così, Cittadinanzattiva e WWF, con il progetto Banca del Clima, chiamano noi, tutti noi, a una responsabilizzazione più attenta nei confronti del Pianeta. Il dito di ognuno di noi che preme il pulsante per mettere in moto un elettrodomestico che consumi un kilowatt all?ora, provoca la combustione di un grande bicchiere pieno di nero, denso, puzzolente petrolio.
Pensiamoci dunque. E che il nostro dito, come quello del mitico ragazzo olandese
che chiudeva la falla in una diga, possa, prima di premere quel bottone, pensarci un po?. Nell?interesse di tutti, piante e animali compresi.
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