Mondo

Il futuro? è triangolare

Intervista a Di Santo, sottosegretario agli Esteri con delega per l’America latina / «Lula ha chiesto all’Italia di collaborare per avviare assieme progetti di cooperazione verso l’Africa

di Paolo Manzo

«Negli ultimi cinque anni non si è fatto nulla per sviluppare relazioni sul piano politico-istituzionale, economico e sociale con l?America latina, ma ora le cose cambieranno». Chi parla è Donato di Santo, la cui nomina a sottosegretario agli Esteri con delega per l?America latina rappresenta il raggiungimento di un obiettivo prestigioso per il suo personale percorso di solidarietà verso il Sud del mondo. Un percorso che come ultima tappa ha avuto Movimondo, l?ong che Di Santo ha presieduto sino a quando D?Alema l?ha voluto al suo fianco alla Farnesina… Vita: Quali priorità? Donato Di Santo: In primis, la predisposizione di un programma strategico, su cosa l?Italia deve fare verso l?America latina nei prossimi cinque anni. Oltre alla Farnesina ci sarà un apporto decisivo di società civile, ong, università, centri di ricerca, associazionismo latinoamericanista e sindacato. Vita: Quale potrebbe essere il ruolo dell?Italia nell?area? Di Santo: Vorremmo essere il paese che contribuisce maggiormente all?integrazione regionale, per abbassare le tensioni e scongiurare possibili conflitti, facendo aumentare la collaborazione del Sud America con l?Unione europea. Vita: Quanto spazio darete alle ong italiane che operano nell?area? Di Santo: Per quanto riguarda le ong, il viceministro Sentinelli sta dando al suo lavoro un?impostazione che condivido. Certo ci sono problemi oggettivi: in alcuni paesi non si tratta più sic et simpliciter di cooperazione allo sviluppo ma di collaborazione economica e scientifica. Una vera e propria triangolazione, quindi. Vita: Triangolazione in che senso, scusi? Di Santo: Glielo spiego con un esempio. Una delle cose che ci ha chiesto il presidente brasiliano Lula è di collaborare con l?Italia per dare il via a una cooperazione triangolare verso alcune realtà africane. Si tratta di una modalità di cooperazione assolutamente nuova, anche perché alcuni paesi come il Brasile non sono più semplicemente ?ricettori di cooperazione allo sviluppo?. Vita: Oltre a valorizzare quanto fatto dalla società civile italiana in Sud America, quali saranno le azioni concrete di appoggio del sottosegretario Di Santo al nostro mondo? Di Santo: Il mio primo atto sarà essere presente, il 25 luglio a Belo Horizonte e il 26 a Brasilia, a un incontro tra tutti gli enti locali italiani – Regioni, Province e Comuni – con il governo Lula. Certo, la cooperazione decentrata è una cosa autonoma, il governo non deve impicciarsi, ma deve tuttavia sostenerla e accompagnarla. E proprio questo è quanto ho in mente di fare. Vita: Parliamo di Argentina. Quali le vostre priorità verso il paese dei ?tango bond? che hanno ?intrappolato? 400mila risparmiatori italiani? Di Santo: Dopo il default che ha creato problemi tra i due paesi, l?obiettivo è creare un ambiente di ripresa d?interesse reciproco tra Roma e Baires. Poi, all?interno di questa ripresa d?interesse, anche il problema dei ?tango bond? si potrà affrontare in un clima, non di scontro com?è avvenuto sinora, bensì di seria ripresa di collaborazione. Con l?Argentina non vogliamo spostare il problema fuori dal tavolo, bensì porre su quel tavolo molte altre carte.


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