Salute

Il futuro è rosa

Al premio L'Orèal-Unesco "per le donne e la scienza" appello di Umberto Veronesi per sostenere le ricercatrici italiane

di Redazione

 

RICERCA

Il futuro è rosa

 

 

«Il futuro della ricerca è delle donne». Non ha dubbi l’oncologo Umberto Veronesi che, oggi a Milano, in occasione della consegna dei premi L’Orèal-Unesco ‘Per le donne e la scienza’, lancia un appello all’Italia: «Voglio che il Paese prenda coscienza del fatto che c’è bisogno di utilizzare al massimo i cervelli femminili perché hanno delle qualità che agli uomini mancano», spiega a margine della cerimonia di premiazione delle 5 ricercatrici under 35 vincitrici delle borse di studio da 15 mila euro. Il direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano sente molto il problema della ricerca in rosa: «Sto scrivendo un libro su come aiutare le donne a emergere in campo scientifico», annuncia. «Io ho tante ricercatrici con me e sono più brave dei maschi. In genere sono più attaccate al lavoro, più devote alla causa della ricerca e della scienza, e se si mettono in testa un obiettivo lo raggiungono». Il problema, riflette, «è che arrivano a un certo punto e poi fanno fatica a salire ai gradi dirigenziali e questo è un problema da affrontare, perchè le donne sono bravissime non solo come ricercatrici, ma anche come organizzatrici del lavoro». Ancora troppo poche le donne dirigenti, secondo l’ex ministro della Sanità. Esistono tre difficoltà per l’ascesa delle donne nel mondo scientifico, riflette: «L’establishment è perlopiù al maschile, gli uomini sono più ambiziosi e sgomitano di più per la carriera, e infine le donne, arrivate a un certo punto, vanno incontro a problemi psicologici perchè il richiamo della famiglia, dopo che arrivano i figli, le mette in difficoltà». Per questo motivo, aggiunge Veronesi durante il suo discorso prima della premiazione delle scienziate, «è importante che il Paese si attrezzi perché le donne lavoratrici vengano aiutate dal punto di vista pratico nella gestione della famiglia». Oggi il gap fra uomini e donne «sta diminuendo molto – rassicura l’oncologo – Quando ho cominciato il mio lavoro tanti anni fa le donne non avevano proprio accesso al mondo della scienza, non erano considerate. Adesso le cose stanno cambiando». Veronesi sottolinea infine l’importanza di premi che riconoscano il merito. «L’Orèal da anni si dedica alle donne». Con l’Unesco «va a scoprire in maniera intelligente e appropriata le migliori ricercatrici d’Italia». Un Paese in cui la scienza ha bisogno di aiuto. «Bisogna avere coscienza collettiva dell’importanza della scienza, senza la quale non si va avanti. Ed è fondamentale che la popolazione per prima accetti la scienza e, di conseguenza, il Governo prenda atto di questa consapevolezza scientifica e aiuti la ricerca», conclude Veronesi.

 


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