Cultura
Il futuro di Vita lo decidete anche voi
Oggi parte la campagna #iostoconvita. Il rischio di veder scomparire una voce da sempre libera e indipendente infatti è molto concreto. Riccardo Bonacina nell'editoriale del numero del magazine di luglio/agosto illustra i motivi della crisi a tutti i lettori e le ragioni della mobilitazione
Carissimi lettori,
VITA sta attraversando un frangente molto difficile e delicato a causa dei comportamenti di un amministratore contro cui l’Assemblea dei soci ha deliberato l’azione di responsabilità e di una situazione di contesto e di settore davvero negativa. Per queste difficoltà, lo scorso 14 aprile abbiamo presentato domanda di concordato in bianco e in continuità per poter affrontare le rilevanti difficoltà finanziarie.
Il Tribunale ci ha concesso pochi mesi per mettere in salvaguardia ciò che abbiamo costruito insieme, noi e voi, in quasi 23 anni e per poter rilanciare la nostra azione. Un’azione in cui abbiamo creduto e in cui, ora più che mai, continuiamo fermamente a credere sapendo di non essere soli. Sapendo di aver provato in ogni frangente a rigiocare il nostro Dna e la nostra missione sulle frontiere dell’innovazione e qualche volta anche della provocazione. Certo, anche sbagliando, ma mai stando fermi o seduti, guadagnandoci ogni volta un pezzo di futuro mettendoci in gioco. In questi mesi mi hanno confortato due cose. Da una parte la qualità del nostro lavoro di produzione di contenuti e di organizzazione culturale che non ha subito contraccolpi da una situazione difficile grazie allo splendido lavoro della redazione e di tutto lo staff. Dall’altra il legame con le organizzazioni non profit che partecipano in prima persona al nostro lavoro di informazione che è diventato ancor più operativo e stringente. In tanti dal Terzo settore italiano si sono fatti vivi incoraggiandoci con messaggi così: “Diteci cosa possiamo fare per darvi una mano, non possiamo fare a meno di VITA, tanto più oggi”. È anche per questo che in questi mesi, probabilmente, non vi siete accorti delle nostre difficoltà, abbiamo continuato a fornire un’informazione quotidiana di qualità attraverso vita.it e ogni mese avete potuto apprezzare il bookazine con i suoi approfondimenti, infografiche, contributi autorevoli, abbiamo promosso incontri utili e con ospiti prestigiosi.
Ma ora, per mettere in sicurezza e dare futuro quanto abbiamo costruito in tanti anni abbiamo pochi mesi e perché i nostri sforzi abbiano possibilità di successo, abbiamo bisogno anche di voi, della vostra rinnovata fiducia. Abbiamo bisogno che ci confermiate il fatto che il nostro lavoro vi è utile per meglio orientarvi e per stare con più coscienza e più informazioni dentro un frangente spesso confuso e complicato per tutti.
In questi mesi abbiamo pensato ai cambiamenti che per VITA si rendono necessari, per non commettere più gli errori che abbiamo fatto in passato e per dare continuità a quanto di buono siamo riusciti a fare in questi anni. Ne abbiamo discusso tra noi e con tanti amici vecchi e nuovi, professori, professionisti, leader del Terzo settore con cui abbiamo dialogato. Questi alcuni tra i punti emersi. Punti che ci impegnano profondamente, fin da ora:
- 1. Trasformazione da media company a platform company. Il nuovo progetto VITA parte dalla certezza che le tematiche dell’economia sociale e civile come il non profit, la responsabilità sociale d’impresa, il nuovo welfare, la gestione dei beni comuni o la sostenibilità sociale siano alla base delle sfide cruciali del nostro tempo e del nostro mondo. Il nuovo progetto intende affrontare queste sfide creando una piattaforma che consenta l’incontro, online e offline, di tutte le istanze sociali coinvolte (non profit, profit, PA). Con lo scopo e l’ambizione di generare dibattito, idee e soluzioni.
- 2. Abbiamo discusso a lungo di uno sforzo nella direzione dell’accessibilità, della condivisione, della solidità e della cooperazione. Per questo ci è parso che la forma della “platform company” sia quella più consona al nostro scopo. Ma cosa deve fare una moderna, vera platform company? Deve incrociare la profondità dei contenuti (quasi 200mila prodotti in più di vent’anni), con un’avanzata capacità tecnologica. Il lavoro di analisi dei dati di settore e la possibilità di interloquire con i key players in modo diretto, attraverso la gestione del database specializzato (68mila indirizzi), consente la creazione di spazi di informazione e scambio selettivi ed accurati. E di conseguenza maggiormente efficaci. Ma ancor più importante che, nell’era dei big data, questi dati siano trattati con cura e competenza da una società che conosca e “senta” i bisogni profondi del non profit. In questo senso, crediamo che il non profit sia un motore fondamentale per comprendere i bisogni sociali e costruire una società civile sempre più matura e protagonista.
- 3. Vita deve rilanciare il suo più autentico Dna, quello di essere un’impresa partecipata ad azionariato diffuso per poter offrire a tutti un luogo di incontro indipendente ed imparziale. Un luogo che strutturi occasioni mediatiche e fisiche di scambio e di dibattito, anche critico, nell’interesse della società intera. Per questo stiamo pensando di diventare Impresa sociale secondo i dettami della Riforma appena approvata, ovvero un’impresa in cui le realtà di Terzo settore siano proprietarie della Società.
- 4. Occorre un approccio più rigoroso ai temi economici e di conseguenza un salto di qualità manageriale e una nuova governance. Ma per darci un futuro, oggi, abbiamo bisogno di voi. Per dare un futuro alla grande storia che insieme abbiamo scritto e ad un modo di fare giornalismo diverso e da tutti riconosciuto, abbiamo bisogno di una mobilitazione straordinaria degli stakeholders, a cominciare dai nostri lettori. Abbiamo bisogno che tanti, a partire da quanti hanno condiviso battaglie e riflessioni fatte negli anni passati, investano sul futuro di VITA. Per questo qui ti proponiamo tre possibilità di sostegno che renderanno possibile il perdurare del nostro lavoro e di questa testata. Grazie.
Nessuno ti regala niente, noi sì
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