Politica

Il futuro della televisione? È dei freelance

L’insperato successo della sezione Premio Produzione, riservata a chi realizza servizi “in proprio".

di Redazione

Agguerriti e professionali. Ecco il nuovo volto dei freelance del giornalismo televisivo italiano. Almeno a giudicare i reportage e le inchieste presentate al Premio Produzione, la nuova sezione del Premio Ilaria Alpi di Riccione dedicata a video e filmati autoprodotti e mai trasmessi in una televisione nazionale. Sono stati in 15 (su un totale di 230 partecipanti a tutte le sezioni del premio, telecineoperatori compresi) a disputarsi il piatto più ricco tra quelli in palio a Riccione: 9mila euro e la trasmissione su RaiNews24. Una cifra apparentemente considerevole, ma in molti casi appena sufficiente a coprire le spese e il lavoro di chi realizza in proprio un reportage professionale. “D?altra parte il Premio Produzione”, spiega Francesco Cavalli, tra i fondatori del Premio Ilaria Alpi, “è nato a sostegno dei giornalisti freelance e delle produzioni indipendenti con il chiaro intento di amplificarne la possibilità di incontro con il mercato televisivo. Questo perché crediamo che il futuro vedrà un numero sempre maggiore di giornalisti indipendenti impegnati, un po?per forza e un po? per scelta, a produrre in proprio servizi da offrire al mercato dell?informazione”. L?intento di sostenere i giornalisti freelance – spiegano ancora dall?organizzazione del riconoscimento – è condiviso da tutte le realtà che aderiscono e sostengono economicamente il Premio Produzione, in particolare dalla Fnsi, la Federazione nazionale della stampa italiana, ovvero il sindacato dei giornalisti italiani. A decretare il vincitore, che viene proclamato nella serata di sabato 5 giugno tra una rosa di tre giornalisti finalisti, è una apposita giuria che ha curato le selezioni e della quale fanno parte Italo Moretti, presidente della giuria; Roberto Morrione, direttore di Rai News24; Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi, e Claudio Santini, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna. I reportage selezionati sono di ottima qualità anche se assai diversi tra loro. Nella rosa dei finalisti, Amira – 26 hours trip, di Monica Ricci, è un viaggio in compagnia di una giovane palestinese che cerca di andarsene da Gaza, dove la sua casa è occupata dall?esercito israeliano. Ben altro scenario per Ergastoli bianchi, di Marina Piccone, che parla invece della vita negli ospedali psichiatrici giudiziari, luoghi rimossi dall?immaginario collettivo e dalle coscienze, dove carcere e manicomio si sommano. Terzo video finalista è Nos existimos, di Alessandro Rocca: un reportage tra gli indios Yanomani e i lavoratori rurali nello stato brasiliano di Roraima.


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