Welfare
Il futuro della logistica è digitale (e anche l’ambiente ci ringrazierà)
Secondo il World Economic Forum, da qui al 2025 ci sono 1,5 trilioni di dollari di valore in gioco per gli operatori logistici e ulteriori 2,4 trilioni di dollari di benefici per la società a seguito della trasformazione digitale del settore
di Redazione
All’ultima edizione del World Economic Forum di Davos è stato uno dei temi più discussi tra economisti, imprenditori e consulenti aziendali: latrasformazione digitale è ormai una priorità delle aziende di ogni settore. O si innova o si rischia di morire. E questo vale anche e soprattutto per la logistica, che ha assunto un ruolo sempre più centrale nella supply chain e nei modelli di business delle imprese.
Con l’e-mail, che ha mandato (in parte) in pensione la “posta ordinaria”, e i download digitali, che sostituiscono i prodotti fisici, ci si sarebbe aspettata una crisi dell’industria della logistica. E invece così non è stato. Anzi: mai come in questo periodo vengono spediti pacchi e pacchetti di ogni tipo. Ogni singolo giorno, vengono consegnati in tutto il mondo ben 85 milioni di pacchi e documenti. Le tendenze demografiche globali in aumento e il boom dell’ecommerce hanno dato infatti un boost al settore della logistica. Che però non può permettersi di dormire sonni tranquilli e godere di questi frutti senza innovarsi, mettono in guardia dal World Economic Forum.
Il settore della logistica ha introdotto le innovazioni digitali a un ritmo più lento rispetto ad altre industrie. Questo più lento tasso di digitalizzazione però comporta enormi rischi che, se ignorati, potrebbero essere potenzialmente catastrofici anche per i più grandi attori del comparto. Mentre altre industrie con stretti legami con la logistica, come la vendita al dettaglio, sono state rivoluzionate dalla tecnologia digitale, le probabilità di digital disruption per l’industria logistica aumentano. L’ascesa dell’e-commerce, non a caso, ha portato a nuovi big player digitali a presidiare “l’ultimo miglio” del mercato delle consegne. E le piattaforme digitali diventano sempre più importanti, consentendo anche alle piccole imprese di avere una portata globale e competere con i colossi del settore.
Con il settore logistico che soffre di alcune inefficienze molto significative – ad esempio, il 50% degli autocarri si svuota nel viaggio di ritorno dopo aver effettuato una consegna – la trasformazione digitale può anche apportare importanti benefici sociali e ambientali, aumentando l’efficienza e riducendo il consumo energetico e le emissioni.
Secondo l’analisi del World Economic Forum, da qui al 2025 ci sono 1,5 trilioni di dollari di valore in gioco per gli operatori logistici e ulteriori 2,4 trilioni di dollari di benefici per la società a seguito della trasformazione digitale del settore. In altre parole, scrivono gli esperti, le parti interessate del settore dovrebbero prendere nota e riunirsi per dare la priorità alle iniziative di trasformazione digitale.
Da qui al 2025 ci sono 1,5 trilioni di dollari di valore in gioco per gli operatori logistici e ulteriori 2,4 trilioni di dollari di benefici per la società a seguito della trasformazione digitale del settore
Secondo il World Economic Forum, saranno cinque i temi che saranno al centro della trasformazione digitale dell'industria logistica nel prossimo decennio: l’utilizzo dei Big Data; la creazione di piattaforme digitali che permettano le consegne giornaliere in ogni parte del mondo, sempre più richieste dai clienti; nuove capacità di consegna attraverso tecnologie come tir digitalizzati, a guida autonoma e droni; l’adozione di forme di economica circolare riducendo consumi ed emissioni; la condivisione (sharing) delle infrastrutture logistiche.
La costruzione di piattaforme di sharing sul modello di Uber, ad esempio, potrebbe essere la soluzione per evitare i cosiddetti “viaggi a vuoto”. Secondo uno studio condotto dalla principale startup di questo settore, Chronotruck, un camion su quattro, in Europa, viaggia privo di merci. L’idea di Chronotruck è molto semplice: se un’azienda vuole inviare un prodotto a un costo inferiore rispetto a un trasportatore tradizionale, non deve fare altro che entrare nel sito e trovare un driver che abbia programmato un viaggio su una rotta vicina a quella di cui l’azienda ha bisogno. Con un risparmio di denaro ed emissioni dannose.
Non solo. Lo spostamento delle merci impone ormai l’obbligo di un alto livello di trasparenza e di maggiore attenzione verso una consegna puntuale, oltre che verso la protezione dei beni caricati e trasportati. Digitalizzando i viaggi attraverso tecnologie di IoT (Internet of Things), è possibile registrare un vasto numero di informazioni inerenti ad esempio alle variazioni di temperatura, di umidità, di pressione, di altitudine, ma anche informazioni rispetto a movimenti, a urti e a manomissioni. Pensiamo a quanto questo può essere utile nel mondo dell’industria agroalimentare, ad esempio.
L’uso di tecnologie IoT, certificato poi dall’impiego della Blockchain, permette inoltre di ottenere accesso al flusso di informazioni con maggiore affidabilità, velocità e sicurezza. Tracciando ogni nodo della filiera. La Blockchain permette infatti la condivisione di dati su un database compartecipato, difficilmente attaccabile dall’esterno. E attraverso sistemi di cloud, inoltre, tutti i sistemi possono comunicare tra loro, consentendo comunicazioni e collaborazioni efficienti, dal momento dell’ordine alla consegna finale, tra tutti i partner coinvolti nel processo.
I magazzini della logistica, insomma, non saranno più gli stessi. E avranno bisogno di “nuove figure umane” specializzate, in grado di interagire con queste tecnologie. In questo senso, la tecnologia non va ripensata in sostituzione alle persone, ma in complementarietà, come supporto operativo indispensabile per semplificare e migliorare il lavoro da svolgere. Un settore in rapida innovazione, che quindi potrà attrarre molti giovani, a lungo rimasti alle porte di questo settore proprio a causa della talvolta eccessiva obsolescenza dei processi e della mentalità delle aziende più refrattarie al cambiamento…
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