Formazione
Il futuro della letteratura? Le-book?
Anche se le case editrici tradizionali...
Il web, quest?immenso archivio di informazioni, è una biblioteca o una libreria? Potrà sembrare una domanda peregrina. Ma non la pensa così il progetto LiberGNU (www.libergnu.org), che da qualche anno punta il dito sul rapporto letteratura e nuove tecnologie. Non la pensa così nemmeno Dmitry Sklyrov (www.freesklyarov.org), hacker arrestato in Usa dietro denuncia di Adobe, azienda produttrice di e-book. Mentre parallelamente Microsoft ha sviluppato un?applicazione (Microsoft reader), gratuita e capace di offrire una piattaforma qualitativamente avanzata per la fruizione di testi e manuali. Da un lato, infatti, abbiamo aziende le cui capacità permettono una risposta adeguata a un bisogno; dall?altra, un gruppo di volontari, associazioni e università che stanno studiando metodi e sviluppando software liberi per lo stesso bisogno. Ma non è solo una questione di chi arriva primo sul mercato consumatori o sull?ultima generazione di palmari. Il sapere letterario è un bene pubblico d?utilità sociale, su cui pare difficile intravedere autonomia economica. Ma mentre Microsoft punta probabilmente a sviluppare un mercato contiguo al circuito librario (www.romanzieri.com), il progetto LiberGNU intende «coordinare, favorire e pubblicizzare la creazione di una biblioteca enciclopedica a carattere universale», come il progetto Manuzio (www.liberliber.it). Ma sulla letteratura le università, terzo incomodo che sui saperi universali forse ha qualcosa da dire, promuovono simposi e progetti. Fra i più interessanti il Tei Consortium (www.tei-c.org), con più di 90 sottoprogetti e decine d?università collegate. O come l?università di California, che in queste settimane ha tenuto il convegno ?Stato delle arti sulla letteratura elettronica? (www.eliterature.org). Primo, Secondo e Terzo settore, insomma ,sembrano intenti a capire e sviluppare. Unico assente: le case editrici della old literature. Sigh!
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.