Famiglia

Il futuro del pupo? Me lo gioco in Borsa

Mandare un figlio all’università costa dai 25 agli 80 milioni. E allora conviene pensarci per tempo. Con investimenti azionari e correndo qualche rischio...

di Giampaolo Cerri

Genitori ?risparmiosi? per il futuro del bebè. Da un po? di tempo i gestori di alcuni fondi di investimento vanno prospettando alla clientela piani di accantonamento finanziario a beneficio della prole. Il ragionamento è semplice: se le tasse universitarie tendono costantemente a crescere e il mercato del lavoro richiede sempre più specializzazioni o i corsi di perfezionamento post-laurea, prima che un figlio diventi economicamente indipendente, la famiglia dovrà aver sborsato un capitale. Nel 2018, secondo gli esperti, mandare un figlio nell?ateneo della propria città – calcolando un incremento medio annuo delle tasse pari dell?1,8% superiore al tasso d?inflazione – potrebbe costare quasi 25 milioni per l?intero ciclo di studi. Se poi si tratta di andarsene a studiare in un?altra città, andando ad ingrossare l?esercito dei fuori sede, ecco che la laurea può arrivare anche a più di 81 milioni, tutto compreso. E poi ci sono vitto, alloggio, viaggi, extra. Laurearsi in un ateneo privato, come la Bocconi o la Luiss, potrebbe costare intorno ai 63 milioni, se in sede. Aggiungendo le spese di vitto e alloggio, se non abitate a Milano e a Roma, ecco che si arriva a quota 118 milioni. Cosa fanno i genitori previdenti? Secondo i consulenti finanziari dovrebbero trovare un investimento con un rendimento annuo intorno al 6,5%. In questo caso, per chi ha i figli pressoché in fasce e attende il fatidico 2018 può bastare metter via una decina di milioni da subito oppure 820.000 lire mensili. Naturalmente nell?ipotesi, minimale, del figlio iscritto nell?università pubblica della propria città. Chi invece si prepara alla scadenza più ravvicinata del 2008, le cifre crescono: occorrono 15 milioni in unica soluzione, oppure un paio di milioni all?anno. Le ipotesi più ?pesanti? e cioè figli fuori sede in un?università privata, comportano accantonamenti unici di 76 milioni o annuali di 38. La strada? I fondi con forte componente azionaria, dicono gli esperti. Remunerativi quanto basta, ma anche un po? rischiosi.Con la prospettiva che il futuro professionale di vostro figlio sia appeso al Mibtel o all?indice Dow Jones di New York. G. C.


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