Welfare

Il fumo fa morire. Ma di fame

Anticipazione da Vita magazine. Per la prima volta la Giornata senza fumo dell’Oms è dedicata alla povertà

di Paolo Manzo

Il contributo del fumo ai decessi e alle malattie è ben noto. Meno attenzione, invece, è data a quanto il tabacco faccia aumentare la povertà. Ad accendere i riflettori sul tema ci ha pensato l?Organizzazione mondiale della sanità, che quest?anno per la prima volta ha dedicato la Giornata mondiale senza fumo proprio al tema della povertà. Il tabacco uccide ogni anno 4,9 milioni di persone, la maggior parte nei Paesi poveri, dove l?uso del tabacco sta aumentando, perché è in questi Paesi che l?industria del fumo fa più marketing. A livello globale, l?84% dei fumatori risiede nei Paesi in via di sviluppo. Qui la maggior parte delle persone che fumano sono povere, e potrebbero spendere a stento una piccola parte delle loro entrate per comprare sigarette. Ciononostante, la loro dipendenza dalla nicotina li induce a spendere soldi in tabacco, sottraendo importantissime risorse che potrebbero essere spese altrimenti per necessità vitali. Del resto, il prezzo di un pacchetto di sigarette continua a scendere. La crescita delle coltivazioni di tabacco ha portato a un surplus mondiale dell?offerta di tabacco e a un corrispondente calo nei prezzi. Questo trend ha fatto scendere, tra il 1985 e il 2000, il prezzo reale del tabacco per tonnellata del 37%. Le proiezioni attuali dimostrano che il numero dei fumatori a livello mondiale aumenterà dagli attuali 1,3 miliardi a 1,46 miliardi nel 2025, pur stimando un calo dell?1% annuale di chi fuma. Di conseguenza, circa 650 milioni di persone oggi in vita saranno uccise dal fumo, di cui la metà nel bel mezzo della loro vita produttiva. La coltivazione del tabacco ha causato anche crisi ambientali in molti Pvs, dove il legname è usato per conciare le foglie di tabacco e costruire i depositi per la conciatura. Si stima che 200mila ettari di foreste vadano perduti ogni anno a causa della coltivazione del tabacco e della sua lavorazione. Nel 1995, l?industria del tabacco ha prodotto 2,3 miliardi di chili di rifiuti ?ordinari? e 209 milioni di chili di rifiuti chimici, e i programmi di riforestazione sponsorizzati dall?industria del tabacco non sono sufficienti per controbilanciare i danni. Nel 2002, la Japan Tobacco, la Philip Morris/Altria e la Bat, ossia le tre più grandi multinazionali del fumo, hanno dichiarato un reddito di 121 miliardi di dollari, molto più della somma dei Pil di Albania, Bahrein, Belize, Bolivia, Botswana, Cambogia, Camerun, Estonia, Georgia, Ghana, Honduras, Giamaica, Giordania, Macedonia, Malawi, Malta, Moldavia, Mongolia, Namibia, Nepal, Paraguay, Senegal, Tagikistan, Togo, Uganda, Zambia e Zimbabwe […]

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