Sostenibilità
Il fiume dei fiumi, dove scorre l’oro d’Africa
Progetti in corso/ Niger: serve un approccio sovranazionale. E soprattutto il coinvolgimento delle comunità nazionali, di Edoardo Isnenghi*
di Redazione
Per i Tuareg è il ?fiume dei fiumi?. La loro lingua sottolinea così il rispetto che viene riservato al sistema fluviale africano più importante per il numero di individui che direttamente dipendono dal mantenimento della sua integrità. Lungo il suo corso si succedono estese foreste, un vasto delta interno unico nel suo genere, laghi e zone umide per formare infine il secondo delta fluviale più esteso al mondo. In Mali, Burkina Faso e Niger sono presenti ben sette zone umide di importanza internazionale riconosciute dalla Convenzione di Ramsar, ma solo il 5% di questo immenso patrimonio naturale è stato posto sotto tutela. Un enorme sistema di acqua dolce (vedi box) oggi minacciato da molteplici fattori. I pericoli? L?inquinamento generato dai rifiuti domestici e industriali, dalle sostanze chimiche riversate dalle attività agricole e di pesca, l?accumulo di sedimenti provenienti dalla erosione dei suoli, erosione generata dalla deforestazione, da pratiche agricole inadeguate e dalle attività minerarie. Molti tratti fluviali indispensabili alla sopravvivenza delle popolazioni residenti ed al sostegno degli ecosistemi naturali finiscono insabbiate, con conseguenza disastrose.
A questi fattori di degrado si sommano le interruzioni del corso fluviale provocate da un enorme numero di dighe e sistemi di captazione delle acque, create senza coordinamento dai vari Stati del bacino seguendo una logica egoistica. Il che contribuisce alla perdita di qualità delle acque, provoca il degrado della flora e della fauna e facilita l?insediamento di specie aliene lungo tutto il corso del fiume.
Numerose organizzazioni internazionali, nazionali e locali stanno cercando di affrontare questo problema nella visione di uno sviluppo attento ad una gestione complessiva e partecipata delle preziose risorse idriche del Niger, nella convinzione che la sicurezza alimentare delle popolazioni di questa parte dell?Africa subsahariana dipende direttamente dalla salute degli ecosistemi fluviali e dal mantenimento della biodiversità animale e vegetale.
Il lavoro sul campo
Il WWF lavora con le comunità e i governi del bacino del Niger dal 1992. In particolare ha collaborato alla applicazione della Convenzione di Ramsar (Accordo internazionale a tutela delle zone umide) in Nigeria, Niger e Guinea nello sforzo di integrare le soluzioni dei problemi ambientali al livello dell?intero bacino, ha contribuito insieme ad altre organizzazioni all?insediamento della Autorità di Bacino del Niger – primo esempio in Africa di una struttura di gestione fluviale sopranazionale -, ha contribuito allo sviluppo di innumerevoli progetti sul campo finalizzati a diffondere tra le popolazioni le pratiche della gestione integrata delle risorse idriche, della gestione sostenibile delle risorse naturali, del risparmio idrico nelle coltivazioni agricole e nell?allevamento.
Tutte le azioni intraprese sul piano sovranazionale, nazionale e locale mirano a riconciliare la tutela della biodiversità e dei processi naturali alle politiche di cooperazione e sviluppo, che troppo spesso trascurano l?importanza di ecosistemi fluviali integri e produttivi nella lotta alla povertà, alle malattie e alla denutrizione. È un approccio chiamato Irbm-Integrated River Basin Management, che si occupa quindi di tutelare le condizioni ambientali che possono garantire a lungo termine la disponibilità di acqua per la vita dell?uomo senza danneggiare l?ambiente.
Quindi, contribuendo a raggiungere l?obiettivo di sviluppo del Millennio di dimezzare, entro il 2015, il numero delle persone che non hanno accesso all?acqua potabile, il progetto di azione WWF ha in concreto gli obiettivi di migliorare la gestione comunitaria dell?acqua e delle condizioni di accesso delle popolazioni locali; di assicurare la gestione integrata della risorsa acqua attraverso piani nazionali collegati in 3 Paesi del Bacino, creando o rafforzando i necessari meccanismi istituzionali; sviluppare spazi di dialogo e di cooperazione fra le organizzazioni locali e gli attori istituzionali coinvolti nella gestione della risorsa acqua a livelli regionali.
*consulente scientifico Cooperazione WWF Italia
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