Politica

Il fattore “WE” allo scoperto

Primarie americane/ Verso il voto. L'America del dopo Bush potrebbe davvero presentarsi con molte novità, destinate a cambiare il volto del Paese

di Redazione

L’America del dopo Bush potrebbe davvero presentarsi con molte novità, destinate a cambiare il volto del Paese. Sono novità che qualcuno ha già ribattezzato il fattore ?we?. Un Paese che ha sempre vissuto nel culto dell?individualismo ora scopre che invece i legami sociali, il ?noi?, sono, anche dal punto di vista della tenuta economica, molto più redditizi. È all?interno di questo trend che anche il terzo settore ha capito di poter giocare un ruolo come mai era accaduto nella storia americana. È quanto raccontiamo in queste due pagine e quanto naturalmente continueremo a monitorare nella lunga corsa verso il voto del 4 novembre.

Per avere un?idea delle novità che sono state messe nel menù della politica americana, basti pensare al fatto che gli Usa potrebbero essere il primo Paese del mondo ad avere un?Accademia del servizio pubblico. È una delle proposte a cui Hillary Clinton sta lavorando. «Intendo chiedere a una nuova generazione di impegnarsi per il Paese, e voglio offrirle il meglio per prepararsi a questo compito», ha detto la principale canditata della parte democratica. Il meglio, secondo l?ex first lady, è una West Point del sociale, chiamata Public Service Academy, dove i ragazzi studieranno gestione del non profit invece che tecniche di guerra.

Finanziata dal governo, con 164 milioni di dollari per formare 5mila studenti ogni anno, pone un?unica regola alle sue matricole: lavorare nei servizi sociali per almeno cinque anni finita l?Accademia. Un percorso che la stessa Clinton ha seguito dopo la laurea in legge: la sua prima esperienza lavorativa è stata infatti uno stage presso il Children?s Defense Fund, charity che difende i diritti di minoranze e bambini disabili. L?impatto della Public Service Academy? Il non profit è diviso: per alcune sigle, innalzerà il livello di preparazione di chi lavora nel sociale, sia privato sia pubblico.

Per le scuole e le università che già offrono programmi incentrati sul servizio pubblico potrebbe essere concorrenza sleale.

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