Mondo

Il fattore Paesi emergenti. G20, Plus di fantasia

L’alleanza tra i Paesi in via di sviluppo ha fatto fallire il summit. Ma la scomoda armata guidata da Brasile, India e Cina non è una novità.

di Carlotta Jesi

I new global più pericolosi del momento? Portano giacca e cravatta al posto del passamontagna. Sfondano le zone rosse dei summit a colpi di badge invece che di spranga. Sono inattaccabili dal punto di vista della rappresentanza perché agiscono in nome del 63% dei contadini del mondo. Stiamo parlando dei G20: i ministri dei 20 Paesi in via di sviluppo che a Cancun hanno bloccato i negoziati del Wto guadagnandosi il soprannome di awkward squad, l?armata scomoda. Scomoda per tutti i Paesi membri dell?Organizzazione del commercio (Stati Uniti e Unione europea in testa) che avevano sperato di far accettare ai Paesi poveri un nuovo round di liberalizzazione in cambio dell?accordo sull?esportazione di farmaci generici nel Sud del mondo raggiunto a fine agosto. “Accordo”, dichiara Sergio Marelli, presidente dell?Associazione delle ong italiane, “che invece Washington e Bruxelles avrebbero dovuto leggere come la prima vittoria di un nuovo soggetto politico destinato a cambiare gli equilibri all?interno del Wto”. Brasile, India, Cina (i tre Paesi che hanno sbloccato il negoziato sui generici salvavita e che da soli rappresentano il 40% della popolazione mondiale) sono infatti i leader di quella strana alleanza che il 10 settembre si è presentata a Cancun come G20 contestando la bozza di discussione preparata dal presidente del Consiglio del Wto, Perez de Castillo. Alleanza che due giorni dopo era già stata ribattezzata G22 per l?ingresso di due nuovi membri e che, il 14 settembre, ha dichiarato il fallimento del summit con un comunicato stampa firmato ?G20 plus?, letteralmente G20 e più. Da G20 a G20 plus “Una sigla che è tutto un programma: significa che il numero di Paesi disposti a battersi per la giustizia sociale all?interno del Wto è destinato ad aumentare”, ha spiegato l?ong Oxfam alla stampa internazionale in cerca di informazioni sui G20. Informazioni che, non a caso, la società civile è stata l?unica in grado di dare. Perché la grande novità del summit di Cancun in realtà è stata una sorpresa solo per i negoziatori dei Paesi ricchi: “I G20 hanno iniziato a organizzarsi subito dopo il vertice del Wto di Doha”, svela Sergio Marelli, “e da allora, anche se in modo informale, non hanno mai mancato un appuntamento internazionale. Lavoriamo con loro già dai tempi della Conferenza di Monterrey”. Lo prova il ringraziamento accorato che Celso Amorin, ministro degli Esteri brasiliano e portavoce dei G20 plus, ha rivolto il 14 settembre “alla società civile per il suo grande sostegno”. Possibile che un?alleanza di venti Paesi guidati dalle tre potenze emergenti del Nuovo millennio, le uniche attualmente in grado di svicolare dai brevetti sui farmaci e sugli organismi geneticamente modificati detenuti dalle multinazionali occidentali, sfugga ai diplomatici di Washington e Bruxelles? No. I G20 sono semplicemente stati sottovalutati. “Ma a Cancun sarebbe stato impossibile”, dichiara Marco De Ponte, segretario generale di Azione Aiuto, “perché i 20 ministri guidati dal brasiliano Amorin hanno messo in piedi un capolavoro diplomatico”. “Tenendo insieme un?alleanza guidata da governi che spaziano dalla sinistra di Lula ai fascisti indiani e composta da soggetti con pesi economici diversi come la Cina e il Guatemala”, spiega De Ponte, secondo cui le migliori performance politiche dei G20 si sono avute in conferenza stampa: “Il Brasile guidava le discussioni facendo intervenire sui diversi temi gli altri Paesi in via di sviluppo, compreso l?Egitto entrato nell?alleanza a summit già iniziato. La struttura informale dei G20 è stata sfruttata al meglio consentendo a un soggetto politico giovane di sorprendere gli Stati Uniti e Bruxelles”. Ue battuta in fantasia La versatilità, che ha contraddistinto l?azione dei G20, è mancata all?Ue. Parola dell?economista Fabrizio Onida che, il 16 settembre, dalle colonne del Corriere della Sera, ha accusato l?Unione europea di aver fallito a Cancun per “mancanza di fantasia”. Un vuoto creativo, in parte causato dalle severe regole dell?Unione che hanno impedito al Commissario Pascal Lamy di modificare il suo mandato, di cui hanno approfittato altri Paesi poveri. Dai G20, per gemmazione, sono già nate due nuove alleanze: una, guidata da Indonesia e Filippine, riunisce 33 nazioni che proteggono gli interessi degli agricoltori, e l?altra, capitanata da India e Malesia, si batte contro nuove regole di concorrenza. Riusciranno Brasile, India e Cina a guidare la scomoda armata verso regole del commercio più giuste? Per saperlo, dovremo attendere il 15 dicembre quando i G20 plus presenteranno a Ginevra una nuova bozza di negoziati. Ma per Sergio Marelli c?è un problema più urgente: “Come si rapporteranno ai Paesi poveri veramente poveri che si sentono lontani dalla Cina almeno quanto dagli Stati Uniti?”.


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