Non profit
Il Fatto: chi spegne le slot paga la pena. Esercenti vincolati da Sisal
La società ha attivato e spedito un contratto con cui impegna i negozianti a tenere le macchinette in attività
Sisal ha attivato e spedito un contratto con cui impegna gli esercenti a restare automaticamente vincolati a tenere le macchinette in attività per nove anni, con pesanti penali qualora questi le spegnessero. Lo ha fatto con una lettera datata 6 settembre, esattamente il giorno dopo l’approvazione della mozione della Lega Nord che chiede la moratoria di un anno alle slot machines.
Il contratto “di comodato e connessione degli apparecchi”, proposto a tutti gli esercenti che già avevano in essere un rapporto con Sisal entertainment, è di quelli che non lasciano scampo. Fin dalle prime righe è tutto chiaro, le nuove condizioni applicate, come si legge sul documento: “Si intenderanno accettate mediante comportamento concludente, consistente nell’accettazione della prima giocata, raccolta attraverso gli apparecchi di gioco presenti nel suo locale e collegati alla rete telematica della scrivente società, intervenuta successivamente al ricevimento della presente”. Vale a dire che il rinnovo avviene non appena un cliente inserisce una moneta in una delle slot già presenti nel locale. A tal proposito l’azienda, contattata per una replica, spiega che “il contratto di rinnovo rispecchia uno standard utilizzato già in passato per altre tipologie di gioco, e per il quale non abbiamo mai riscontrato criticità”.
Continuando a leggere il documento si scopre che il titolare del punto vendita presso cui sono installati gli apparecchi è tenuto ad accenderli ogni giorno e a mantenerli accesi per tutto il periodo d’apertura, senza spostarli dall’ubicazione concordata con Sisal, in caso contrario è prevista una penale da 100 euro al giorno. Ma non è tutto. Nella clausola risolutiva espressa, alla decima pagina di condizioni, è stabilito che “l’esercente sarà tenuto al versamento a favore del Concessionario di una penale di rimborso spese amministrative, di installazione e di riallocazione pari a euro seimila per ogni apparecchio di gioco installato”, il tutto ovviamente oltre ai danni eventualmente cagionati dall’esercente stesso. La stessa penale, cioè 6 mila euro per ogni apparecchio, dovrà essere pagata anche in caso di recesso. La Sisal sul punto ha spiegato che non ritiene “il recesso contrattuale più oneroso rispetto alle clausole contenute nel rinnovo standard utilizzato in passato”.
In ogni caso chiunque si trovasse nella condizione di voler eliminare dal proprio locale le slot, non può farlo se non a caro prezzo. Questo punto non rappresenterebbe un problema secondo Sisal, che spiega “ad oggi non risultano segnalazioni da parte di partner o clienti circa l’intenzione di risolvere i contratti per motivazioni di ragione etica e, peraltro, il rapporto che lega tradizionalmente Sisal alla propria rete si basa anche su valori di responsabilità e trasparenza reciproca”.
Il contratto, infine, ha durata pari a quella della convenzione tra il concessionario e l’Agenzia delle dogane e dei monopoli (9 anni, ndr) e “nell’ipotesi di proroga della Convenzione o di sottoscrizione di nuova Convenzione, il contratto si riterrà tacitamente rinnovato”. Rien ne va plus, les jeux sont faits.
La lettera di Sisal porta la data del 6 settembre. Solo il giorno prima il governo era stato battuto in aula da una mozione della Lega Nord che proponeva di bloccare per un anno l’apertura di nuove sale slot. Una mozione dichiarata subito inapplicabile dal ministero dell’Economia, perché avrebbe aperto ad un mare di contestazioni con i concessionari dei servizi, oltre a far mancare 6 miliardi alle casse dello Stato. Sempre il 5 settembre il Senato aveva anche approvato un ordine del giorno, proposto dalla maggioranza, che impegnava il Governo a dare attuazione ai principi del decreto Balduzzi al fine di rendere più incisiva l’azione di contrasto al gioco d’azzardo patologico e di aggiornare i livelli essenziali di assistenza su prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette da ludopatia. Nell’ordine del giorno erano inoltre previste azioni tese alla tutela dei minori e delle persone vulnerabili, il divieto della pubblicità dei giochi d’azzardo e di fortuna sui mezzi di comunicazione e informazione, l’istituzione di meccanismi per verificare la maggiore età del giocatore e altri meccanismi di controllo e limitazione del gioco d’azzardo. Ad oggi tuttavia nulla sembra essersi mosso.
L’azienda tuttavia fa sapere che la lettera di rinnovo dei contratti in essere con gli esercenti è stata spedita i giorni 16 e 17 settembre e non il giorno 6. “Per quanto attiene quindi al presunto legame fra approvazione odg Senato della Repubblica e analoga mozione Lega Nord e l’invio rinnovo, si tratta di eventi fra loro indipendenti e in alcun modo legati”. Una difesa che non convince il senatore leghista Stefano Candiani, primo firmatario della mozione approvata dal Senato, che qualifica come “inquietante” il tempismo della lettera di rinnovo, puntando poi il dito sul governo: “Il comportamento del governo è gravissimo visto l’inerzia che dimostra di fronte ai concessionari, è vergognoso rilevare il pesante conflitto tra poteri dello Stato e la totale mancanza di rispetto verso decisione prese da un ramo del parlamento democraticamente eletto”. Il senatore Candiani cita espressamente il caso del contratto proposto da Sisal entertainment: “Di fronte ai concessionari che vincolano gli esercenti con minacce contrattuali il governo tace, un comportamento sconcio e vergognoso. Inoltre, come in una dittatura il governo si mostra negligente nel dare attuazione a precisi indirizzi deliberati dal Sanato”.
Il senatore leghista, che ha poi ricordato gli effetti nefasti della diffusione incontrollata del gioco d’azzardo, si è poi rivolto al presidente della Repubblica: “Chiedo al Presidente Napolitano, tanto solerte nell’invitare le Camere a emanare indulti e amnistie, a obbligare il governo ad applicare le direttive votate a maggioranza da un ramo del parlamento. Invito anche il mondo del terzo settore a esprimersi con voce unisona sulla vicenda. Solo una cosa è certa, Letta dopo il condono ai maxi evasori re delle slot ora protegge contra legem i concessionari”.
Sisal, sollecitata sulle problematiche che affliggono i giocatori patologici e ai rischi connessi alla diffusione capillare delle slot machines, ha detto di essere impegnata da anni in un percorso di responsabilità sociale d’impresa. “Già nel 2009 abbiamo messo a punto un programma di Gioco responsabile, ispirato alle best practices internazionali e che ha ricevuto la certificazione di prestigiosi organismi internazionali come la European lotteries association e la World lottery association”.
da ilfattoquotidiano.it del 14 ottobre 2013
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