Non profit

Il Far West del crowdfunding online

Le piattaforme si candidano ad essere uno dei sistemi di punta del fundraising. Ma chi assicura la trasparenza? Due proposte agli operatori

di Lorenzo Maria Alvaro

Un aereo sorvola Cinecittà. Un monomotore turistico di quelli che si vedono spesso durante l’estate lungo le spiagge con messaggi pubblicitari di ristoranti e alberghi. Questo però porta un oscuro messaggio: “Pp dejavù, non è U&D adios ex fan”. Stando alle ricostruzioni dei giornali di gossip si scopre che è rivolto a Pierpaolo Pretelli, partecipante dell’ultima edizione del Grande Fratello, da parte di un fan deluso.

Il fatto in sé naturalmente non è di alcuna importanza. Diventa rilevante nella misura in cui spiega una strana raccolta fondi apparsa sulla piattaforma di crowdfunding GoFundMe. La call titola “Pp sei al Gf non sul trono, cambia copione” è lanciata da Marta Rossi, di cui si sa solo che sia di Milano, in favore di Ele Onora, nome evidentemente di fantasia, e come motivazione riporta “Aereo contro PP”. Alcune persone hanno partecipato e hanno donato 167 euro, su un goal di 1.200.

GoFundMe è anche il portale del caso Malika, la ragazza di 22 anni allontanata da casa dalla propria famiglia in quanto omosessuale, che aveva raccolto 140mila euro di donazioni poi spesi per comprare una Mercedes e un cane di razza, tra le polemiche.

Come GoFundMe, che nel 2020 ha raccolto in tutto 30 milioni di euro, sono centinaia i portali di questo tipo sul mercato italiano. Secondo il Politecnico di Milano nel nostro Paese le piattaforme nel 2020 hanno raccolto 339 milioni di euro (+75% rispetto al 2019). Tra i nomi più̀ conosciuti si possono ricordare Eppela (che nel 2020 ha raccolto in totale 3.516.643 euro), Kendoo (nel 2020 ha raccolto 3.555.975 euro), Rete del Dono (nel 2020 ha raccolto 4.204.389 euro), Produzioni dal basso (il totale raccolto nel 2020 e di 3.580.975 euro) e Forfunding (9.769.674 euro raccolti nel 2020).

Il sistema è mutuato da Kickstarter, il primo e più famoso sito di crowdfunding. Ogni raccolta vincola i destinatari delle donazioni alla pubblicazione del progetto. Al termine della campagna è possibile raccogliere i fondi solo al raggiungimento del budget predefinito con una commissione che può̀ variare dal 2% al 15%.

I dubbi in termini di trasparenza però non mancano. Su Eppela c’è una raccolta per Eitan Biran, il bimbo unico superstite della strage della funivia Stresa-Mottarone. Ha ricevuto oltre 65mila euro mentre però il bambino è ancora al centro di una controversia legale.

Eppela è una piattaforma italiana nata nel 2011. «Rispetto agli altri stabiliamo dei limiti di tempo entro i quali devono essere reperiti i fondi, tra i 15 e i 40 giorni», racconta l’amministratore delegato, Nicola Lencioni, «e tratteniamo una commissione del 5% sulla somma raccolta solo in caso di goal». Sul caso specifico Lencioni spiega che «la raccolta è stata aperta dalle Comunità ebraiche italiane per garantire al piccolo un fondo di supporto. A ricevere la somma, qualunque sia, è direttamente il promotore sul suo conto corrente, senza alcuna intermediazione da parte nostra».

Tutte queste esperienze raccontano un’evidenza, come spiega la formatrice e consulente per il fundraising, Elena Zanella: «Le piattaforme non possono garantire su destinazione e impiego effettivo dei fondi». I controlli che queste realtà̀ possono fare li illustra Elisa Liberatori Finocchiaro, direttrice Europa di GoFundMe, quando spiega che «manteniamo il controllo fino a quando non viene stabilita una chiara connessione col beneficiario…


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