Economia

Il dono e la gratuità nella salute pubblica

Fra le oltre 2.600 società benefit nate in Italia, in Umbria ce n'è una che ha scelto di praticare la logica del dono, destinando il 10% a favore di alcuni fondi solidali. Un occhio particolare va alla salute. La storia di CreiAmo Lavoro

di Maria Vella*

È ormai ampiamente e diffusamente noto il malessere economico sociale che ci circonda e la conseguente tragicità dell’esistenza che si manifesta in tutti gli ambiti della vita quotidiana: dalla guerra dell’uomo contro l’uomo (che ci richiama all’homo homini lupus) all’uomo contro la natura, dall’orrore dell’uomo contro la donna (e talvolta al contrario) allo sfruttamento del datore di lavoro nei confronti dei suoi dipendenti. Evidenze che, a loro volta, conducono a solitudine, malessere, degrado, abbandono, oppressione e povertà per crescenti fasce della popolazione nazionale, sempre più giovani: una recente nota di commento di Save the Children agli ultimi dati Istat confermano che, purtroppo, sono proprio i minori e gli adolescenti ad essere i più colpiti dalla povertà assoluta, con una percentuale che si consolida al 13,4% e riguarda 1 milione e 269mila minori, mentre l’incidenza tra gli adulti è inferiore al 10%.

La realtà porta con sé gli effetti devastanti di un capitalismo spregiudicato e di un individualismo esasperato, che ha condotto a questi effetti devastanti sulle sempre più ampie categorie dei meno abbienti, accrescendo le disparità reddituali.

Da ciò quasi come un’araba fenice emerge con forza la realtà del Terzo settore, del volontariato e del mutualismo che ritrovano la loro identità ed operatività nella solidarietà, nella gratuità, nel dono, nella giustizia benevolente (dalle parole dell’autorevole Stefano Zamagni) oltre alla recente esperienza in Italia delle imprese benefit, una ibridazione del profit al non profit, categoria emergente quasi impossibile o incredibile da credere o da concepire, frutto dell’innata ed atavica solidarietà e fratellanza che pone le sue radici nei dettami della cristianità e del cattolicesimo.

Le imprese benefit appunto, sono una categoria di imprese che nasce ed emerge da una spinta motivazionale che conduce a compiere azioni ed atti che tendono alla fattiva realizzazione di quella che è teoricamente definita l’economia civile, il cui obiettivo principale è la tendenza al perseguimento dei beni relazionali e del bene comune. Pur non dimenticando il profitto, infatti, e nella consapevolezza di una necessaria condivisione nella redistribuzione della ricchezza, queste imprese attraverso gesti spontanei e comportamenti che tendono a mitigare le crescenti disparità che stanno caratterizzando le nostre economie, operano anche al fine di conseguire un maggior benessere e felicità nel territorio di insediamento (applicando ciò che, negli anni ’70, è stato definito dall’economista R. Easterlin il “paradosso della felicità”, che spiega come al crescere del reddito e della ricchezza la felicità non aumenta). 


Quantitativamente le imprese benefit (sdoganate dalla Finanziaria del 2016 che le ha formalmente introdotte nel panorama imprenditoriale italiano come forma societaria a tutti gli effetti) sono in Italia poco più di 2.600 (2.626 per l’esattezza), un fenomeno in forte crescita dalla sua introduzione e sono caratterizzate da una molteplicità di modi in cui intendere il concetto di “beneficio comune”. 

Tra queste l’esperienza umbra di CreiAmo Lavoro, con il simbolo di un cuore nel logo. Si tratta di un’impresa benefit nata per creare un lavoro dignitoso e per promuovere un’economia civile e del dono costituita da cinque soci fondatori (che si definiscono professionisti liberi), che hanno deciso di ispirarsi all’enciclica Laudato Sì ed applicare la logica del dono devolvendo il 10% del ricavato della loro attività sia professionale e di intermediazione di servizi (utenze luce e gas, assicurazioni e di tutela alla salute) che commerciale (con la la vendita in una rete di e-commerce di prodotti alimentari, per la casa e la cura del corpo). Il dono del 10% dei ricavati è poi destinato al sostegno di alcun Enti del Terzo settore del territorio umbro e, in particolare, agli Empori Solidali della Fondazione San Lorenzo, della Caritas diocesana di Perugia ed alla Fondazione Comunità Marscianese che hanno promosso il progetto “MaiSoliMai” che intende contrastare l’isolamento della fascia più anziana della popolazione, migliorarne la qualità di vita e garantirne la permanenza nel proprio contesto familiare il più a lungo possibile. 

In ambito sanitario in particolare, siamo in presenza di una sempre più preoccupante realtà caratterizzata da un imponente sottofinanziamento della spesa pubblica, dalla progressiva carenza di personale sanitario, dalla presenza di modelli organizzativi obsoleti e dall’incapacità di ridurre le diseguaglianze anche nel campo di tutela pubblica della salute  che conducono sempre più a infinite liste di attesa e  ad affollamenti nei pronti soccorso, con conseguente aumento della spesa privata per chi ha potuto (dagli ultimi dati, gli italiani che hanno fatto fronte a spese private sono stati 44 milioni con quasi un costo pro-capite stimabile in 655 €, mentre 7 milioni si sono indebitati per pagare cure e servizi sanitari). Infine, 4 milioni (pari al 7% della popolazione) hanno addirittura dovuto rinunciare alle cure. 

A fronte di questa preoccupante realtà, CreiAmo Lavoro sostiene “PrendiAmoci Cura”, un progetto promosso dalla Centro internazionale per la pace fra i popoli di Assisi che intende sostenere la buona pratica della Fondazione Giulio Loreti Onlus, realtà che si occupa di garantire il diritto alla cura anche per i meno abbienti e che, in 20 anni di attività ha erogato circa 13mila prestazioni sanitarie gratuite, dimostrando al territorio ed alla comunità locale un’esperienza virtuosa che potrebbe sollecitare ulteriori simili opportunità in altre regioni, dimostrando che è concretamente ed effettivamente possibile esercitare il dono e la gratuità come elementi fondanti di una società civile che tende alla giustizia sociale e, in questo specifico caso, alla tutela della salute pubblica ed al diritto della cura per tutti.

*Maria Vella è docente in Economia e gestione del Terzo settore all’Università di Siena, ideatrice e direttore scientifico del master universitario Let’s go dell’Università di Siena, per nuove competenze per il Terzo settore. Questo intervento è stato scritto a valle del convegno “Le imprese benefit al servizio del bene comune”, svoltosi il 6 dicembre 2023 a Masciano, che ha visto il prof Stefano Zamagni intervenire con una relazione intitolata “Il potere della virtù della giustizia benevolente”.

Foto di Karolina Grabowska su Pexels

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