Un'indagine nazionale

“Il dono che include”: Avis, nuovi cittadini e solidarietà

Un questionario online in tre lingue per conoscere l'approccio dei cittadini di origine straniera all'agire solidaristico. Un progetto nato in collaborazione con l’Università di Bologna, la Scuola IMT Alti Studi Lucca, il Cidci e il CoNNGI

di Redazione

Che cosa pensano le nuove generazioni italiane sul dono del sangue e degli emocomponenti? Le strade dell’inclusione intercettano anche il tema della cittadinanza attiva? Se lo chiede Avis nazionale con la prima indagine per approfondire l’approccio dei cittadini di origine straniera all’agire solidaristico. Si chiama “Il dono che include” ed è un progetto che nasce dalla collaborazione con un’équipe di ricerca dell’Università di Bologna (Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali), la Scuola IMT Alti Studi Lucca, il Cidci (Coordinamento Italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale) e il CoNNGI (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane).

Attraverso un questionario online anonimo, disponibile in italiano, inglese e francese, l’indagine punta a conoscere la predisposizione e le abitudini verso comportamenti altruistici, gesti di solidarietà e azioni finalizzate al bene comune come il dono del sangue e degli emocomponenti.

Essere donatori volontari significa manifestare la propria disponibilità incondizionata al prossimo, a prescindere dal Paese di origine, dalla fede religiosa, dal colore della pelle, dalla lingua o dalla cultura

Gianpietro Briola, presidente Avis nazionale

«Negli ultimi vent’anni – sottolinea il presidente di Avis nazionale Gianpietro Briola -, la presenza delle persone di origine straniera residenti in Italia è aumentata significativamente. Perciò è importante conoscere la loro propensione e sviluppare politiche sociali volte all’accoglienza e all’inclusione, anche in considerazione del contesto internazionale e dei rilevanti fenomeni migratori in corso. Essere donatori volontari significa manifestare la propria disponibilità incondizionata al prossimo, a prescindere dal Paese di origine, dalla fede religiosa, dal colore della pelle, dalla lingua o cultura». Non solo. Il volontariato, aggiunge Briola, «è uno dei più forti strumenti di integrazione e allargamento della cultura del Paese. È per eccellenza l’arma con cui si combatte il pregiudizio ed è un gesto di aiuto mosso da uno spirito di fratellanza. In conclusione, rappresenta il modo migliore per sentirsi parte della collettività in cui si vive ed è la manifestazione più profonda del desiderio di altruismo senza confini, barriere o ostacoli».

Foto Avis nazionale

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