Così ha detto Francesco nella sua visita ad Assisi. E stamani ho ascoltato le voci di chi è sordo e cieco di fronte al dolore altrui, immaginando il proprio come assoluto.
Ieri sono morte centinaia di persone nel tentativo di arrivare nel nostro Paese ed hanno incontrato una morte terribile dopo un viaggio altrettanto terribile: ed erano bambini, donne e uomini.
E stamani ascoltavo le voci di chi, commentando la decisione del nostro Governo di proclamare il lutto nazionale, si dichiarava totalmente indifferente o addirittura soddisfatto della morte di quelle creature.
Mi domando quando mai gli uomini impareranno qualcosa dalla loro storia, quando comprenderanno che l’indifferenza e la cecità portano solo disastri. Gli ebrei e i rom erano popoli disprezzati e i buoni tedeschi di fronte alla loro sparizione voltavano la testa e si dicevano: meglio loro che noi, loro che sono diversi, che ci rubano il lavoro, che vogliono colonizzarci. E i buoni tedeschi andavano alle funzioni religiose ed erano anche certi che dio fosse con loro.
Niente, assolutamente niente, può giustificare l’indifferenza di fronte ad un uomo che muore, niente, assolutamente niente, potrà dare ragione a chi si preoccupa solo di ciò che potrà accadere a lui il giorno dopo senza preoccuparsi di ciò accade, ogni giorno, nel nostro presente al prossimo che passa accanto.
Ripeto sempre che non bisogna chiedere a nessuno di essere qualcosa di più di quello che riesce ad essere, ma se proprio non ce la facciamo ad essere presenti su quelle coste a tirare fuori i vivi e i morti, se proprio non si riesce ad essere nei loro Paesi a rappresentare un barlume di speranza per il futuro che non li costringa a dover arrivare da noi per poi morire o essere sfruttati, beh almeno vi chiedo il silenzio e nel silenzio, se ci riuscite anche solo una preghiera, per chi è morto ma soprattutto per voi.
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