Non profit

Il divieto di pubblicità scatena la lobby del gioco

In Senato si sta consumando una battaglia senza esclusione di colpi. L'oggetto del contendere l'articolo 14 promosso alla Camera da un gruppo di parlamentari coordinati da Lorenzo Basso (Pd) che vieterebbe gli spot pubblicitari al mondo del gioco d'azzardo

di Lorenzo Alvaro

La pubblicità è vietata «sempre, per i giochi con vincita in denaro che inducono comportamernti compulsivi». È questa la frase, contenuta nell'articolo 14 della delega fiscale all'esame del Senato, che sta rallentandone l'iter.

Si perchè se venisse approvata significherebbe un vero e proprio terremoto per un buisness milionaro. Ecco perchè il mondo dei concessionari e del gioco online, la famigerata lobby del gioco, ha la bava alla bocca.

Come riportato ieri dal Secolo XIX si tratta infatti di una torta da 115 milioni di euro nel 2012 (+63,&% rispetto al 2011) di cui 74,5 milioni per spot tv, 28,3 milioni per l'online e 12,2 milioni per la carta stampata. 

La tensione è ed è stata talmente alta da spingere Lorenzo Basso, promotore dell'articolo 14 come licenziato dalla Camera dei deputati, a scrivere sul suo profilo Facebook una frase che non ha bisogno di spiegazioni: «le lobby vogliono bloccare il divieto di pubblicità».

Una nota postiva però c'è. Mentre tutti si concentrano sulla pubblicità si è riusciti ad avere l'ok su una norma che confermerebbe i provvedimenti territoriali anti slot machines rendendoli immuni dai ricorsi al Tar.

Insomma la battaglia è senza esclusione di colpi. Me è ancora apertissima. Ma occhi apertissimi.

In allegato il servizio a firma di Marco Menduni per Il Secolo XIX dal titolo “Spot vietati per l'azzardo, lobby all'attacco”


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