Diritti

Il disegno di legge sulle prestazioni sanitarie? Una minaccia per le persone con disabilità

L'intervento del presidente della Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie e consigliere Cnel: l’emendamento 13.0.400 introduce una serie di cambiamenti che potrebbero trasformare il diritto alla cura in un privilegio per pochi. Ecco perché

di Vincenzo Falabella

Il disegno di legge “Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie” e, in particolare, l’emendamento n. 13.0.400 in discussione, sollevano gravi preoccupazioni. Questa proposta non solo rischia di minare i principi fondanti del nostro sistema sanitario, ma mette in serio pericolo i diritti delle persone più vulnerabili, tra cui le persone con disabilità. La salute, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione, è un diritto universale, garantito dallo Stato, che non può essere subordinato a criteri economici. Tuttavia, questo emendamento introduce una serie di cambiamenti che potrebbero trasformare questo diritto in un privilegio per pochi.

Il provvedimento in esame permetterebbe ai fondi sanitari integrativi di erogare prestazioni anche per quelle parzialmente coperte dai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Questo non solo creerebbe una duplicazione dei servizi, ma finirebbe per generare un’enorme confusione nei percorsi di cura. Di fatto, il sistema sanitario rischia di frammentarsi ulteriormente, creando un sistema a due velocità: uno per chi ha accesso ai fondi privati e uno per chi dipende esclusivamente dal sistema pubblico. È chiaro che le disuguaglianze nell’accesso alle cure aumenterebbero, contravvenendo al principio costituzionale di un servizio sanitario che deve essere accessibile a tutti, senza distinzioni.

Oggi, più che mai, la disabilità comporta un costo aggiuntivo che ricade principalmente sulle persone e sulle loro famiglie. Molte persone con disabilità devono affrontare spese extra per l’acquisto di dispositivi, assistenze specialistiche e, in molti casi, cure costanti. Con l’introduzione di misure che favoriscono i fondi privati, come nel caso dell’emendamento, questo costo ulteriore diventa insostenibile. Le famiglie, già provate dalla gestione quotidiana della disabilità, si troverebbero a dover sostenere oneri aggiuntivi per garantire il diritto alla salute dei propri cari. Questo peggiorerebbe ulteriormente la loro condizione, con il rischio che molti non possano più permettersi cure adeguate.

Il rischio è che la sanità, anziché continuare ad essere un servizio pubblico, universale e gratuito, venga progressivamente trasformata in una merce per pochi, riservata a chi può permettersela. Le persone più fragili, quelle che già affrontano difficoltà quotidiane legate alla loro condizione di disabilità, rischiano di essere le prime vittime di questa riforma. È inaccettabile che le disuguaglianze sociali e economiche diventino ancora più marcate nel settore sanitario. La disabilità, che di per sé è una condizione che comporta difficoltà, non può e non deve essere ulteriormente penalizzata da politiche che pongono ostacoli economici all’accesso alle cure.

Oggi più che mai, il sistema sanitario deve essere preservato nella sua natura pubblica e universale, come sancito dalla nostra Costituzione. La salute deve essere garantita a tutti, indipendentemente dal reddito, dalla condizione sociale o da altre variabili. L’articolo 32 della Costituzione stabilisce chiaramente che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Il nostro impegno deve essere quello di garantire l’accesso alle cure per tutti, e non quello di rendere la salute un bene di consumo, accessibile solo a chi può permettersi di pagare per cure private.

La riforma proposta, che in realtà non è altro che una frammentazione del sistema sanitario, rischia di creare un sistema disuguale, dove la salute diventa un lusso per chi può permetterselo e una lotta quotidiana per chi, invece, dipende esclusivamente dal sistema pubblico. È necessario, invece, un intervento che rafforzi il sistema sanitario pubblico, che garantisca l’accesso alle cure per tutti, in particolare per le persone più vulnerabili, come quelle con disabilità.

Non possiamo permettere che il diritto alla salute venga ridotto a un privilegio. È fondamentale che il legislatore comprenda l’impatto devastante che questo emendamento potrebbe avere sulla vita quotidiana delle persone con disabilità e delle loro famiglie, e apra un dibattito serio e approfondito per trovare soluzioni che non intacchino i diritti di nessuno.

La sanità deve essere universale, accessibile e gratuita, e deve essere in grado di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini, senza alcuna distinzione. Non possiamo permettere che il sistema sanitario diventi una merce in vendita. La salute è un diritto, non un privilegio.

Credit foto ministero della Salute: il ministro Orazio Schillaci. Falabella è presidente della Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie


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