Famiglia

Il disegno di legge ai raggi X. Il festival della burocrazia.

Legge sull' immigrazione. Livia Turco commenta/2

di Livia Turco

Guardando ancora più da vicino i tre articoli sull?ingresso per lavoro del disegno di legge sull?immigrazione del Governo Berlusconi, si resta colpiti da tre dati.
Primo: oneri burocratici molto pesanti per le imprese perché ogni anno imprese e famiglie dovranno rinnovare il contratto di soggiorno. E il contratto di soggiorno prevede sei passaggi in più rispetto a quelli attualmente richiesti. Inoltre, il datore di lavoro avrà l?onere di dare una casa all?immigrato pena la nullità del contratto di soggiorno. Buona e giusta causa quest?ultima, anche se è discutibile che debbano essere solo i datori di lavoro a risolvere il problema. Il rischio è che questo obbligo disincentivi ulteriormente il datore di lavoro ad assumere immigrati.
Secondo: questa normativa introduce un appesantimento burocratico per l?immigrato, che ogni anno deve rinnovare il contratto di soggiorno. Non solo: la possibilità di una presenza per lavoro così precaria e parziale cambierà profondamente i termini e i caratteri dell?immigrazione perché è evidente che l?immigrato con la valigia in mano non potrà integrarsi pienamente nella società. Sono poi previsti alcuni ?giri di vite? che sono vere perfidie: per rinnovare il permesso di soggiorno bisogna fare la richiesta tre mesi prima della scadenza, e non più trenta giorni prima come previsto oggi; quando si perde il lavoro e si ha il permesso di soggiorno, la normativa attuale dà un anno di tempo per ricercarlo, mentre ora questa possibilità è ridotta a soli sei mesi.
Terzo: viene cancellato l?istituto dello sponsor, una figura molto innovativa che aveva il compito di far incontrare domanda e offerta di lavoro. Una misura che era stata sollecitata e fortemente richiesta dalle associazioni e dai sindacati e che consentiva l?ingresso in Italia per ricerca di lavoro. L?istituto dello sponsor è entrato in vigore solo da un anno. Dunque la sua cancellazione è un fatto inspiegabile e motivato da pregiudizi ideologici. La soppressione di questa figura renderà molto difficile e regolare quel tipo di lavoro così in crescita nel nostro Paese che è il lavoro di cura e il lavoro famigliare (dati Istat e Caritas: il tasso di crescita del lavoro di cura svolto dagli immigrati nel nostro Paese passa dal 36% del 1991 al 110% del 1999).
Il lavoro di cura sarà quindi sempre più dequalificato e diventerà sempre più precario per la riduzione degli avviamenti a tempo pieno e a tempo indeterminato. Pensiamo che cosa capiterà a una famiglia che già adesso ha molti problemi per poter mettere in regola una colf: ogni anno dovrà fare un contratto di soggiorno, con tutta la trafila burocratica che esso comporta, rivolgersi al Consolato e sperare che la persona che viene inviata e segnalata sia una persona con cui si riuscirà a costruire un rapporto positivo.

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