Salute

Il disagio psichico, nuova sfida nel futuro sanitario e sociale

Nel 2005 erano 46mila gli utenti dei servizi psichiatrici del Veneto. Una giornata a Padova per sensibilizzare la popolazione al problema.

di Redazione

«Sono 46 mila gli utenti in prevalenza con disturbi psicotici (il 42%) a carico della rete dei servizi psichiatrici veneti (dati 2005). Ma il disagio psichico è in crescita e porrà una sfida non indifferente nel prossimo futuro alla sanità e al sociale». Così l?assessore reginale del Veneto alle Politiche sociali, Antonio De Poli, ha presentato Diversamente, la Giornata padovana della salute mentale che si è tenuta domenica 28 maggio in Piazza delle Erbe,a Padova, e che ha inteso sensibilizzare la popolazione sui temi della salute mentale.

La rete dei servizi

La Giornata padovana ha rappresentato l?occasione per l?assessore De Poli di fornire un sintetico quadro della rete veneta dei servizi in campo pscihiatrico. La rete si articola territorialmente in:

  • 21 dipartimenti di salute mentale
  • 46 centri di salute mentale
  • 48 centri diurni
  • 30 day hospital territoriali
  • 53 comunità alloggio e appartamenti con 271 posti letto
  • 44 comunità terapeutiche residenziali protette con 580 posti letto
  • 36 servizi psichiatrici di diagnosi e cura con 474 posti letto
  • 26 day hospital ospedalieri con 62 posti letto.

«Una rete importante e integrata », ha rilevato l?assessore veneto, «che nel prossimo futuro dovrà rafforzarsi e anche rivedere non solo i parametri sanitari ma anche e soprattutto quelli sociali che riguardano, tra l?altro, anche l?inserimento lavorativo e l?integrazione sociale di queste persone e il sostegno alle famiglie».

«Il concetto di fondo», ha proseguito De Poli, «è di passare da una concezione che vede il disagio, la malattia mentale come diversità negativa, di emarginazione, di allontanamento dal tessuto sociale, a una diversità che invece la inserisce nel contesto di ?normalità? di tutti i giorni, perché a tutti può succedere di attraversare periodi di sofferenza esistenziale o psicosociale. Per fare questo bisogna rompere la logica dell?isolamento e abbattere le barriere mentali, culturali innanzitutto dentro noi stessi se vogliamo poi che siano superate all?interno della società ».

«Vanno perciò valorizzate e moltiplicate», ha concluso la sua presentazione l?assessore veneto, «le esperienze di recupero e di reinserimento sociale e lavorativo messe in atto con l?opera del privato sociale a favore dei malati e a sostegno delle loro famiglie che non devono più avere vite ?agli arresti domiciliari?. Un fatto positivo in questo senso è rappresentato dalla nuova legge sulla cooperazione sociale che prevede di intervenire anche in quelle situazioni non ancora riconosciute a livello di legislazione nazionale per facilitare l?inserimento sul lavoro e nella società».

Ricordiamo qui che, dopo due anni dalla sua istituzione, si è insediata solo pochi mesi fa la Consulta nazionale delle associazioni per la salute mentale. Ne fanno parte dieci realtà del mondo dell?associazionismo impegnate da sempre sui temi della psichiatria (Diapsigra, Aitsam, Associazione Mondo X, Arap, Caritas Italiana, Comunità di Capodarco, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Idea, Fivol e Unasam), guidate dall?ex capo del Dipartimento nazionale politiche antidroga Nicola Carlesi, a cui stata affidato l?incarico di coordinatore scientifico.

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