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Il disagio mentale non guarisce solo per decreto

Considerata l’attenzione sul il tema della malattia mentale:la lettera che abbiamo inviato al ministro Rosi Bindi e alla Giunta regionale lombarda:

di Redazione

“Il Coordinamento lombardo psichiatria è da tempo impegnato nella promozione dei diritti di cittadinanza delle persone affette da disagio psichico e le sue lotte sono sempre state indirizzate allo sviluppo della psichiatria di comunità e alla definitiva chiusura degli ospedali psichiatrici.Ma la scarsa considerazione posta, in un contesto di rinnovato interesse alla questione, al quadro complessivo dei servizi psichiatrici e una improponibile accelerazione del processo di smantellamento degli ospedali, preoccupano profondamente sia le famiglie dei malati ricoverati, sia quelle dei pazienti territoriali, sempre più numerosi e bisognosi di risorse adeguate sia sul piano quantitativo che qualitativo. Relativamente ai recenti provvedimenti legislativi, centrali e regionali, sulla chiusura degli ospedali psichiatrici il Coordinamento lombardo psichiatria vuole lanciare un segnale di interesse e di preoccupazione insieme. Interesse in quanto la chi sura degli ospedali rappresenterebbe finalmente un punto di non ritorno rispetto a un processo di normalizzazione della psichiatria, di lotta contro l?emarginazione dei malati e una occasione storica di proficuo indirizzo di ingenti risorse della psichiatria verso lo sviluppo dei servizi territoriali ancora così gravemente carenti. La nostra preoccupazione attuale nasce invece da una serie di considerazioni sullo scenario in cui tale processo si colloca, in Lombardia ma non solo. Una contingenza storica caratterizzata sia da una restrizione della spesa socio-sanitaria, sia da una prevalenza di criteri burocratici amministrativi. Per questo chiediamo: di progettare in modo complessivo la chiusura degli ex Ospedali psichiatrici con una molteplicità di servizi e di offerte; di sviluppare progetti di intervento personalizzato non solo per ex degenti ma anche per i pazienti sul territorio; di coinvolgere i malati e loro famiglie nella fase progettuale; di garantire un attento monitoraggio del processo di chiusura; di realizzare infine un sistema di alleanze tra tutti i soggetti interessati. Clp, Milano


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